Taranto. “LA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE A DANNO DI UNA LAVORATRICE”
Lettera aperta del segretario del segretario generale del sindacato CIL indirizzata al Presidente del Consiglio Renzi, al Prefetto di Taranto Guidato, al Presidente dell’Amat Poggi
Mercoledì 20 maggio 2015 alle 18:30 c.a. una lavoratrice nostra iscritta, al termine di una giornata di lavoro, è in attesa del bus in Viale Magna Grecia (numero 3) per raggiungere la sua abitazione . All’arrivo del mezzo, sul predellino, l’autista chiede alla lavoratrice dove fosse diretta e una volta ricevuta l’indicazione risponde che deve essere preso il bus successivo in quanto “questo” non raggiunge Via Berardi; decorsi ulteriori venti minuti, all’arrivo del secondo bus la scena si ripete in copia come per la precedente, anche questo solerte impiegato dell’AMAT decide che questa cittadina non ha diritto a utilizzare il “SUO?” mezzo.
All’arrivo del terzo bus, finalmente, la soluzione: anche questo “conducente” vorrebbe diniegare l’accesso sul mezzo “pubblico?”, purtroppo, una signora sul bus riconosce la lavoratrice e dopo un cenno di saluto chiede all’autista per quale motivo non debba essere consentito l’accesso a questa donna.
La nostra lavoratrice dopo una attesa di oltre 70 minuti riesce a raggiungere il suo domicilio.
La nostra, ha la “colpa” di essere nata nella Repubblica Centrafricana, essere in Italia dall’età di sei anni, essere una NORMALE lavoratrice in regola con le leggi dello Stato da 20 anni e essere a pieno titolo residente sul territorio italiano.
Questi atteggiamenti, hanno violato gli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione e la Legge 25 Giugno 1993 n. 205.
Si invitano i Destinatari in indirizzo a provvedere acchè questi episodi gravi e incresciosi non abbiano a ripetersi e invitiamo i referenti sul territorio alle pubbliche scuse per quanto in oggetto a tutela della dignità della lavoratrice.
Il Segretario Generale
Alessandro DE DONNO