SAVA. Le regionali, la savesità e la bocciatura di Fabio Pichierri al Consiglio regionale
Una candidatura solitaria che non portava a nessuna parte
Finito il responso elettorale, decisa l’entrata dei nuovi Consiglieri regionali nella massima assise istituzionale della nostra Regione, siamo qui ad analizzare il perché di certi successi e il perché di certe bocciature. Oggi la nostra parte della provincia jonica, per essere chiari quella orientale, si avvale di ben tre rappresentanti nel Consiglio regionale e questo, francamente, è una nota degna di plauso.
Al di là di come ognuno di noi la può pensare su ogni eletto. Oggi una parte del tanto decantato territorio messapico-salentino dovrebbe avere una massiccia influenza sulle decisioni che, in un modo o nell’altro, dovranno essere prese per decidere il futuro del territorio stesso. Ma andiamo alla bocciatura di Fabio Pichierri, candidato al Consiglio regionale nella lista di Schittulli. Sono stati circa 1300 voti (complessivamente, di cui 798 a Sava, ndr) quelli che hanno segnato il passo e francamente sono stati pochini per far sì che il dimissionario vicesindaco savese varcasse le soglie del Consiglio regionale. Ma chiediamoci una cosa: cosa non ha funzionato in questo?
Fabio Pichierri, senz’altro ha preparato con ritardo, con estremo ritardo, la sua scesa in campo. Le competizioni elettorali, specie quelle regionali, sono di ben altra fattura. Richiedono preparazione dei tempi e su tutto gli uomini che devono supportare una candidatura che compete con personaggi politici di ben altra caratura e spessore a differenza di una semplice candidatura alle amministrative. A monte, per Fabio Pichierri, c’è una cosa basilare: non aveva un partito o un movimento di origine che potesse avanzare, anche nell’amministrazione IAIA, il supporto alla sua candidatura.
Anzi, Pichierri aveva perso entrambi i suoi due Consiglieri, che di nome facevano Zurlo e Piccolo. E quindi non aveva nessuna forza politica, retta nel Consiglio comunale, e alla luce di ciò era nudo. Completamente nudo. Vulnerabilissimo. Senz’altro avrà provato a coinvolgere l’intera amministrazione IAIA ma non c’è riuscito. Per nulla. Ma caparbiamente ha pensato nella bontà della sua idea: l’unico candidato savese che compete e quindi può attrarre un massiccio consenso popolare. Questo era un vantaggio che, molto probabilmente gli è servito in parte. Ma non è bastato. Ha creduto nel progetto di Schittulli e in parte ci è anche riuscito. Ma anche questo non è bastato. Assolutamente. Non discutiamo il suo operato amministrativo che, per questo giornale, è un vero e proprio schianto ma anche questo ha avuto la sua importanza nella tornata elettorale del 31 maggio.
Ma quello che più risalta agli occhi di Viv@voce è questo: è stato emarginato da tutta l’amministrazione IAIA. Nel suo unico comizio in Piazza San Giovanni, oltre a rilevare l’immensa impreparazione ad affrontare la Piazza, Pichierri ha sottolineato un passaggio, della serie parlo a nuora affinchè suocera intenda. “E’ una ferita degli amici della maggioranza …” e questo vuol dire tutto e tanto di tutto. Ma con caparbietà Fabio Pichierri si è speso fino all’esaurimento delle forze fisiche e dal palco questo si notava nei due giorni che mancavano alle elezioni regionali.
Il dimissionario vicesindaco savese impari da questa esperienza che da soli non si va da nessuna parte e, su tutto, la politica è ben altra cosa che raccogliere centinaia di voti che poi non servono a nulla.
Giovanni Caforio