Arrestato savese per terrorismo. Anche la figlia, da ragazza acqua e sapone, a miliziana col kalashnikov
Sergio Sergi e sua figlia arrestati con accuse di associazione con finalità di terrorismo e organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo
SERGIO SERGI COME ERA 30 ANNI FA …
Della ragazza con la maglietta a maniche corte rosa e il sorriso innocente non resta più nulla. Tutto scomparso sotto un abito nero e pesante che non le consente di guardare il mondo se non attraverso una retina di tessuto posta sul viso all’altezza degli occhi. La stessa metamorfosi dei suoi familiari che, per avvicinarsi ad Allah, hanno scelto barba lunga e burqa. Maria Giulia Sergio, la convertita italiana che si è arruolata nelle milizie di Abu Bakr al Baghdadi, è nata a Torre del Greco, in provincia di Napoli, il 23 settembre 1987.
Da quasi un anno ha fatto perdere le sue tracce tra Siria e Iraq, nei territori controllati dallo Stato islamico. Lei è una foreign fighter, una combattente che dall’Europa ha deciso di arrivare nel Califfato per combattere il jihad. Una scelta radicale e quasi incomprensibile che, però, va avanti da anni. La conversione della 28enne è arrivata dopo il fallimento del matrimonio con un marocchino. Poi l’incontro con Aldo, un cittadino albanese anche lui sulla via dell’estremismo, con cui si sposa nel settembre del 2014, pochi giorni prima della partenza per la Turchia.
È sul finire del 2012, però, che si completa la trasformazione radicale che la porta a studiare il Corano e a indossare il «niqab», il velo che copre integralmente il volto e il corpo di cui è fervente e severa osservante. Com’è peraltro facilmente intuibile dando uno sguardo alla foto del suo profilo Facebook, dove il suo viso non compare mai. A quel punto cambia pure nome: diventa Fatima Az Zahra. La conversione all’Islam più radicale la porta a coprire il volto e il corpo, ma non ad essere meno spregiudicata nel mostrare la sua fede incrollabile.
Frequenta la moschea di Treviglio e i luoghi di culto toscani non facendo mistero, nemmeno in pubblico, di ritenere giusti il jihad e la crociata contro la Cristianità. Il suo social network diventa il megafono delle posizioni più oltranziste della Guerra Santa contro Roma e l’Occidente cristiano. La difesa delle tradizioni islamiche è rigidissima, tant’è che quando si profila l’approvazione della proposta di legge Sbai-Contento e Mantini-Tassone per impedire di vestire il burqa in Italia, lei si shciera contro la proposta di legge.
E nel 2011, un manipolo di convertiti italiani radicalizzati e musulmani immigrati, ha chiesto il blocco della legge anti-burqa. Potere della persuasione in nome della libertà di culto costituzionalmente garantita o disinteresse della classe politica, qualunque sia il motivo, quella legge non è stata mai approvata. Nella lettera-appello inviata il 16 settembre 2011 all’ex presidente della Repubblica Ciampi compaiono come firmatari nomi inquietanti. Tra questi Giuliano Ibrahim Delnevo, partito per la Siria come combattente volontario dove e morto nel 2013, Aisha Barbara Farina, icona dell’integralismo al femminile, che ha sposato Abulkair Fall Mamour, il famoso imam di Carmagnola espulso dal nostro Paese perchè sospettato di legami con il terrorismo islamico e la nostra Maria Giulia Sergio.
Nella lista della raccolta firme compare anche il nome di Umar Andrea Lazzaro, indagato dalla procura di Genova per addestramento con finalità di terrorismo internazionale. L’uomo si è convertito assieme a Delnevo, e anche lui potrebbe essere partito per la Siria.
Una vera pasionaria dell’Islam radicale, dunque, che ha coinvolto anche la mamma Assunta di 60 anni, la sorella Marianna di 30 e il papà Sergio di 61. Quest’ultimo, con la barba lunga come il profeta, ha persino lasciato il suo lavoro in una impresa edile nel milanese per andare in Siria. Ha preso i soldi della liquidazione e li ha spesi per comprare le valigie piccole (secondo gli ordini di chi li attendeva in Turchia per poi portarli oltre confine) e i biglietti aerei. E dire che, da Napoli, era andato al nord per cercare fortuna e una vita migliore per se stesso e la sua famiglia. E la sorella Marianna, con i suoi occhi grandi e la pelle color miele, ha anche lei scelto di sposare il jihad e nascondere le linee morbide del suo corpo. Lei per prima ha portato il Corano in casa quando si sposò con un egiziano. La mamma Assunta, invece, nel suo niqab scuro appare più vecchia e triste. Tutti, però, erano pronti a tuffarsi nello Stato islamico, per godere dei benefici di una presunta uguaglianza tanto decantata da Fatima.
Alla sua famiglia, con la quale comunicava di frequente, raccontava lo splendore del Califfato e li esortava a partire. Dopo la conversione di Maria Giulia, i vicini di casa, nel piccolo centro di Inzago, alle porte di Milano, hanno iniziato a notare atteggiamenti strani. Restavano, comunque, brava gente. Ora l’epilogo di una famiglia travolta e distrutta dalla follia jihadista. Nella casa di Fatima gli investigatori, durante le perquisizioni di ieri, hanno persino trovato video che inneggiavano alla guerra santa.
I genitori e la sorella di Maria Giulia dovranno rispondere alle accuse di associazione con finalità di terrorismo e organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo. Reati gravi, che nulla hanno a che fare con la religione e la ricerca di Dio.
Fra. Mus.
FONTE
iltempo.it