VERDI DI MANDURIA. LETTERA LA MINISTERO DELL’AMBIENTE SUL DEPURATORE CONSORTILE
I Verdi di Manduria ripercorrono le tappe principali della vicenda del depuratore consortile, evidenziando ancora una volta incongruenze e criticità del progetto dal punto di vista ambientale ed economico, con particolare riferimento alla concentrazione di scarichi in mare lungo tutta la costa ionico-salentina. Cogliendo l’occasione fornita da una nota con la quale il suddetto Ministero richiedeva, al Comune di Nardò e al direttore dell’Area marina protetta di Porto Cesareo, chiarimenti in merito alle conseguenze sull’ecosistema marino della costruenda condotta sottomarina di scarico del depuratore di Nardò- Porto Cesareo (presumibilmente a seguito di interrogazione parlamentare del Sen. Tedesco), i Verdi richiamano l’attenzione su alcuni aspetti più specificatamente ambientali. In particolare evidenziano comel’ecosistema marino, che risulta tutelato nella sua specificità dalla stessa U.E.(vedi direttive 2000/60/CE, 2006/7/CE), verrà irrimediabilmente danneggiato nel medio e lungo termine dallo sversamento di una così grande quantità di reflui variamente depurati, che modificheranno la salinità, la trasparenza , la temperatura e la composizione chimico-fisica delle acque, con conseguenze per le specie animali e vegetali, allo stato non valutabili a pieno. Depuratori , alcuni in funzione, altri in fase di realizzazione, sono presenti lungo tutto il litorale ionico-salentino, esclusivamente sabbioso e caratterizzato da bassi fondali, partendo da Gallipoli, passando da Nardò- Porto Cesareo, Manduria-Sava, Lizzano, sino a Pulsano. Questa circostanza induce a ritenere che la politica regionale di depurazione dei reflui urbani relativa a questo territorio sia interamente da rivedere.
Tornando al depuratore di Manduria, si ritiene che lo Studio di Impatto Ambientale prodotto dalla società proponente ( A.Q.P.) non fornisca alcuna certezza circa la mancanza di effetti pregiudizievoli per l’integrità del sito ed in particolare della prateria di Posidonia Oceanica, certezza che è invece esplicitamente richiesta dall’articolo 6 della Direttiva summenzionata , come più volte confermato dalla Corte di Giustizia Europea.
I Verdi ritengono inconcepibile che, col pretesto dell’urgenza, in violazione dello spirito di tutta la normativa europea in materia ambientale, scelte che incidono così pesantemente su un territorio possano essere prese e portate avanti pur in presenza di una totale opposizione da parte delle popolazioni interessate, senza che queste siano state minimamente coinvolte in via preliminare nei processi decisionali e senza tenere in alcun conto i pareri degli Enti territoriali interessati.
Al contrario, sembra che la Regione Puglia voglia sempre più avocare a sé ogni potere decisionale in materia ambientale, avendo essa recentemente legiferato (art.22 LR18/2012) sottraendo alle Amministrazioni provinciali la potestà di autorizzare lo scarico lungo le coste. Si può affermare che, per la costruzione dei depuratori, la Regione è allo stesso tempo committente, progettista, ente autorizzatore, costruttrice e gestore finale dell’opera, con buona pace di trasparenza e collegialità.
La lettera è leggibile nella sua stesura integrale sul sito dei Verdi w.w.w.Verdimanduria