STEFANO CUCCHI: LA FAMIGLIA VERSO LA VERITA’

STEFANO CUCCHI: LA FAMIGLIA VERSO LA VERITA’

E’ di pochissimi giorni fa la notizia che tre carabinieri sono ora indagati per falsa testimonianza

Stefano Cucchi, il giovane geometra romano, arrestato nel 2009 per possesso di droga, deceduto una settimana dopo all’ospedale Sandro Pertini, non ha ancora ricevuto giustizia nel senso più alto del termine, quello che onora con la piena luce della verità, la dignità di una persona e dei suoi cari.

E’ di tre giorni fa la notizia che tre carabinieri sono ora indagati per falsa testimonianza. Ricordiamo che il 4 novembre 2014 furono tutti assolti i 12 imputati. Si trattava di agenti della polizia penitenziaria, medici ed infermieri.

 Ora, dalle deposizioni dei testimoni dell’ultima udienza, risulta che un appuntato scelto dei carabinieri ricorda quel 16 ottobre del 2009, il giorno dopo dell’arresto di Stefano : “Ero in corridoio con il comandante – racconta arrivò Mandolini, che non conoscevo, in evidente stato di agitazione e disse a Mastronardi che i carabinieri avevano massacrato di botte un ragazzo”.

La notizia dei 3 carabinieri indagati è stata commentata favorevolmente da Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi, sottolineando il grande contributo che stanno dando all’indagine gli elementi raccolti, riguardanti gli aspetti medico legali e la ricostruzione dei fatti. La certezza è che in questo modo la Procura potrà fare molto di più per chiarire i fatti.

Sul corpo di Stefano Cucchi vi è una frattura recente a livello lombare. Questo emerge da una consulenza tecnica del professor Carlo Masciocchi, Presidente della Società Italiana di Radiologia che è stata depositata ieri da Ilaria Cucchi in Procura e dal suo legale,  nell’ambito dell’inchiesta bis; si è evidenziato così il danneggiamento della terza vertebra lombare o L3.

La frattura è recente ed è in una zona che sarebbe stata esclusa dagli esami degli esperti della Corte d’Assise che non avevano individuato nulla di recente nella zona lombare, ma soltanto un’ernia ed una frattura risalente al 2003. Infatti il professore ha prima analizzato il materiale diagnostico già presentato in tribunale e che riguardava gli esami radiologici della colonna lombo-sacrale e della regione coccigea.

 Le fratture identificate ora da Masciocchi sono contemporanee  e “recenti”, comprese cioè in un ambito temporale  che va dal momento del trauma all’esecuzione dell’indagine radiologica o di diagnostica per immagini;  l’ambito è tra i 7 ed i 15 giorni.

Vi è la forte sensazione, per il professore, che il motivo per cui la frattura recente lombare non sia stata individuata stia nel fatto che sia stato esaminato solo un tratto di colonna vertebrale, eliminando la visuale di metà colonna, proprio per non vedere la lesione.

Secondo il punto di vista legale della famiglia Cucchi il ragazzo è stato pestato più volte  e poi è morto. Lunedì i legali  della parte lesa incontreranno il Procuratore Pignatone.

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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