“NON CARICO LE CARROZZINE”. Il rifiuto del tassista di Torino …
Credo sia ora di recuperare il rispetto reciproco anche per non permettere a nessuno di mettere sotto le scarpe la dignità umana, che tutti dovremmo avere
“Carissimi Lettori di Viv@voce e Amici di Facebook, ben ritrovati. Questa volta per il mio nuovo scritto, lascio scegliere al Direttore Caforio, quale titolo dargli.
Per il sottoscritto non è mai facile parlare di certi argomenti, ma occorre farlo con sempre più maggiore determinazione e coraggio soprattutto al fine di provare ad assestare qualche pugno nello stomaco di cui c’è bisogno, risvegliando magari così quelle vecchie coscienze ormai addormentate da tempo.
L’idea di scrivere ancora è nata dopo aver letto una notizia su Repubblica.it, il cui titolo recitava così: NON CARICO LE CARROZZINE.
Dove si raccontava lo sgradevole episodio avvenuto a Torino lo scorso 15 Settembre che vedeva come protagonista suo malgrado, Luca Pancalli noto Dirigente del Coni e Presidente del Comitato Paraolimpico, da anni su una sedia a rotelle.
Il rifiuto opposto dal tassista e la sua espressione scocciata hanno lasciato intendere come secondo lui davanti a sè non avesse un normale cliente ma bensì una grossa seccatura.
Costringendo così Pancalli a dirigersi poi verso un’altra auto disponibile in un primo momento scartata perchè più scomoda rispetto alle necessità di una persona disabile: era troppo bassa per salire agevolmente.
Nel 2015 è ancora possibile ed accettabile assistere a situazioni del genere, senza un minimo di indignazione?
Cosa sta realmente cambiando, in questo senso?
Purtroppo non cambia mai nulla, per il semplice fatto che il comportamento delle famose tre scimmiette: NON VEDO, NON SENTO e NON PARLO è ancora troppo presente in questa società (in)civile.
Ci si sente migliori degli altri ad assumere tale atteggiamento nei confronti di coloro che reputate essere “diversi” da voi?
Io… non credo che bisognerebbe vantarsi tanto di avere due gambe sane, se poi avete il cervello sempre in modalità OFF.
Posso comprendere benissimo come l’essere disabile sia uno “sporco lavoro”, ma il destino ha scelto che qualcuno avrebbe pur dovuto farlo. Diciamo così, è un privilegio per pochi.
Credo sia ora di recuperare il rispetto reciproco anche per non permettere a nessuno di mettere sotto le scarpe la dignità umana, che tutti dovremmo avere.
Se non avete interesse nel farlo, peggio per voi. Perchè noi ci siamo e ci saremo, finchè Dio vorrà.
E … se tutto questo che io ho scritto significa essere diverso dagli altri, allora io lo sono con orgoglio e non me ne vergogno. Del resto bisogna sempre imparare a sapersi distinguere dalla massa. C’è chi ci riesce e chi no, non è colpa nostra!
Aprite la vostra mente, l’umanità ha bisogno di fare un salto di qualità.
Aiutiamola ad amare il prossimo, che è esattamente come noi!
Un Saluto A Tutti.
Claudio Rimoli