Liviano: “Le mie dimissioni e la sfiducia di Emiliano”
Gianni Liviano esplica le sue motivazioni in merito alle dimissioni da assessore regionale al turismo, sottolineando la sfiducia di Emiliano nei suoi confronti
Julio Iglesias cantava “Se mi lasci non vale”, invece, alla luce di quanto verificatosi nel corso delle ultime settimane, Gianni Liviano, ormai ex assessore al turismo della Regione Puglia, elenca, mediante una spontanea dichiarazione, le motivazioni che lo avrebbero indotto a tale decisione.
Un programma vasto e corposo, avrebbe interessato la regione del Mezzogiorno che, vista la scarsa affluenza turistica degli ultimi anni, avrebbe concesso, alle province pugliesi, un florido futuro basato sul turismo e, di conseguenza, sull’economia e le bellezze storiche, artistiche e culturali da preservare e tutelare, un patrimonio inestimabile che è stato, indegnamente, “sepolto tra le rovine della dimenticanza”.
Liviano, difatti, fa riferimento a un’ingente e cospicua somma di danaro, 546 milioni di Euro da spendere in ben cinque anni, spettanti, solo ed esclusivamente, al suo assessorato; una cifra che avrebbe, oltremodo, permesso di concepire ciò che, per l’ingenuità politica susseguitasi sino a oggi, non è stato “possibile adempiere”.
Naturalmente, in questo clima di tensione instauratosi durante le elezioni che avrebbero proclamato Michele Emiliano il nuovo Presidente della Regione Puglia, fanno capolino timori, incertezze e diffidenze sulla questione concernente Taranto. Logicamente, Liviano, avrebbe avuto maggiori riguardi per la sua città, ma questo non avrebbe comportato un’era di crepuscolarismo per le altre restanti, poiché l’interesse primario era racchiuso nel celeberrimo “bene comune” che, spesse volte, i politici millantano senza conoscerne il reale significato.
Dopo le sue dimissioni, Liviano, ha ricevuto numerosi attacchi in merito alla vicenda che lo avrebbe visto protagonista di un favoreggiamento nei confronti di una società tarantina, il cui leader sarebbe un suo amico, ma, lo stesso Liviano, palesa con ferma convinzione: “Suddetta società ha vinto un avviso di evidenza pubblica, gestito dagli uffici, mediante un meccanismo composto da algoritmi difficilmente esplicabile, per un importo sotto soglia di €39000. Tra l’altro, sarebbe stato, altresì, legale parlare di affidamento diretto, ma è doveroso ricordare che, tale società, non ha ancora firmato il contratto (e presumo che mai lo firmerà)”.
L’ex assessore continua, poi, affermando: “I soldi spettanti al mio assessorato, intimorivano molteplici persone fisiche, le quali erano preoccupate del fatto che non riuscissi a salvaguardare la centralità di Bari. A tal proposito, Emiliano, a seguito di numerose pressioni, ha insistito sull’idea di farmi cambiare stile e modo di fare. Allorché, date le problematiche e i vari interrogativi, ho deciso di dimettermi, cercando di comprendere se vi fosse ancora, da parte sua, fiducia nei miei confronti, perché, se vi fosse ancora stata, avrebbe, di sicuro, rifiutato le mie dimissioni, ma, evidentemente, i vari articoli pubblicati e, in particolare, faccio riferimento a quello uscito sulla Repubblica, sarà stata l’opportuna scusante di tale decisione da lui, precedentemente, ideata”.
Eleonora Boccuni