SAVA. La segretaria del Comune, Irene Di Mauro, iscritta nel registro degli indagati

SAVA. La segretaria del Comune, Irene Di Mauro, iscritta nel registro degli indagati

Peculato e abuso d’ufficio sono i reati che il magistrato ha trovato nell’Esposto presentato dal nostro giornale alla Procura della Repubblica di Taranto

La Procura della Repubblica di Taranto non ha un solo fascicolo aperto sulla segretaria del nostro Comune che fa di nome Irene Di Mauro. Ma ne ha più di qualcuno. E ora le indagini sul suo comportamento di massimo dirigente del nostro Comune parlano di reati ben più gravi.

Ad esempio quello di Peculato. Dalle indagini del nostro giornale la Di Mauro, in diverse occasioni, si è fatta scarrozzare dall’auto dei Vigili urbani per ragioni sue personali che nulla avevano a che vedere con la priorità dell’Ente. I fatti: saranno state 2 o 3 volte (ma nel nostro Esposto alla Procura abbiamo ipotizzato anche più occasioni) che un auto dei vigili urbani savesi, con dentro l’abitacolo due vigili,  è partita appositamente da Sava per recarsi a Poggiorsini, in provincia di Bari.

Poggiorsini è il paese natìo della segretaria comunale savese e credo dove abbia casa o i parenti stretti. La Di Mauro era infortunata ad un piede e quindi in regime di malattia o infortunio. I vigili savesi, alla pizzardona maniera come vengono buffamente chiamati in gergo romanesco, sono partiti da Sava.

Arrivati a Poggiorsini hanno fatto salire la segretaria comunale e l’hanno portata al Policlinico di Bari. Molto probabilmente al reparto ortopedia. La signorina, in quanto lo è, ha fatto la sua brava visita ortopedica, mentre i “pizzardoni” savesi aspettavano in macchina per alcune ore, e una volta uscita dal nosocomio barese si è fatta riaccompagnare a casa. Poggiorsini, s’intende. I nostri Vigili sono tornati al Comando di Polizia municipale savese.

Questa operazione, se così grottescamente la possiamo chiamare, è stata fatta diverse volte. E queste ultime sono ben datate nel nostro Esposto. Il nostro giornale ha elencato, nell’Esposto, anche gli autisti che hanno guidato il mezzo pubblico, oltre a chi fungeva anche da accompagnatore!

Ora, visto il ruolo che la Di Mauro ha nella nostra Casa comunale, per chi non lo sapesse è la massima responsabile delle regole amministrative, in questo caso presumibilmente violate, il magistrato nelle indagini in corso ha individuato il primo reato. Peculato, il quale recita così: “Il delitto di peculato è previsto dall’art. 314 c.p ovvero reato commesso da un pubblico ufficiale, o dall’incaricato di un pubblico servizio, che si appropria di denaro o di altro bene mobile altrui, affidatogli in ragione delle sue funzioni”. Questo è uno.

L’altro reato, individuato nelle indagini in corso sul nostro Espsoto, è Abuso d’ufficio (art. 323 c.p.). E questo reato a chi dovrebbe essere indirizzato? Vediamo a chi. Ogni qualvolta che un mezzo pubblico si sposta fuori dalla sede comunale si compila un modulo, mettendo nome e cognome dell’autista o di chi gli sta al fianco, specificando la ragione dello spostamento e, su tutto, la ragione pubblica. Cosa dobbiamo pensare noi? Che questa modulistica non è stata affatto compilata? Perché no?

Magari in un caso, e questo lo abbiamo anche scritto, mascherando l’andata barese con la scusa di andare a trovare in una comunità della provincia di Bari un diseredato savese che oggi non esiste più. Su quest’ultimo caso, non citiamo nell’Esposto l’auto dei vigili urbani ma bensì quel furgoncino, con i posti a sedere, in dote ai Servizi sociali.

Domanda: chi ha autorizzato l’uso della macchina della Polizia municipale? E chi ha autorizzato l’uso del furgoncino dei Servizi sociali? Il sindaco IAIA? Non crediamo che sia stato così sprovveduto a mettersi a questo rischio. E allora chi?

Andando per esclusione, rimane solo la Comandante della Polizia municipale savese. E’ lei la responsabile del comparto di Polizia municipale savese. E’ presumibilmente lei l’indagata del secondo reato individuato dal magistrato nel nostro Esposto? Può darsi.

Aspettiamo fiduciosi la conclusione delle indagini. Ai giorni nostri sappiamo che sono stati interrogati dagli inquirenti i vigili urbani che hanno fatto da “accompagnatori” della Di Mauro. E che, guarda caso, hanno confermato per filo e verso quello che Viv@voce riportava nel suo Esposto! Visto che quando le cose succedono agli altri Comuni possiamo dire tranquillamente che possono succedere anche al nostro di Comune.

Ipotizziamo, per assurdo (e facendo le corna su tutto, ndr) che l’auto dei vigili savesi avesse fatto un bruttissimo incidente durante uno dei tragitti citati sopra, magari con qualche ferito. Come dovevano giustificarsi i vigili urbani savesi agli ispettori incaricati di conoscere le ragioni della loro presenza su quel luogo? Che … tornavano da Padre Pio (San Giovanni Rotondo) o che erano di ritorno dalla visita alle … Grotte di Castellana?

Ora, si fa per dire poi, accantoniamo la Di Mauro e la Comandante dei Vigili urbani savesi, ci sorge la domanda, non tanto fuori tema poi: “Potevano rifiutarsi i Vigili urbani di fare tutte quelle andate e venute al di fuori dell’interesse pubblico”?

Certo che potevano rifiutarsi. Ed era anche loro dovere farlo. Ma non lo hanno fatto …

Giovanni Caforio

viv@voce

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