Depuratore consortile, la fretta del sindaco di Sava e la risposta del Consigliere regionale Morgante
Botta e risposta tra il sindaco pro tempore savese IAIA e il Consigliere regionale messapico Morgante
Ancora una volta il sindaco Dario Iaia e la sua amministrazione tornano all’attacco per sollecitare la costruzione del depuratore di cui oggi, più che 30 anni fa quando fu costruito il depuratore di Sava, costato miliardi di lire e mai adoperato, ne sentono la urgente necessità.
Infatti, il Consiglio comunale di Sava, ha approvato all’unanimità l’argomento relativo al depuratore consortile per sollecitare l’avvio dei lavori, fissandone anche la data al 4 dicembre.
A conferma di ciò, scrive IAIA sul social network Facebook: «Il Consiglio comunale, all’unanimità ha votato un ordine del giorno con cui si chiede alla Regione e all’ Aqp di riprendere i lavori il 4 dicembre per la realizzazione del depuratore consortile Sava Manduria. Sava non è a favore della condotta sottomarina – sottolinea ancora il sindaco savese – ma se non vi sono soluzioni tecniche e normative diverse, pretendiamo che l’opera venga realizzata».
Alla decisione assunta dal Consiglio savese e dal suo sindaco, giunge immediato il commento del Consigliere regionale, Luigi Morgante. “L’ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio comunale di Sava – dice Morgante – ha senza dubbio il merito di riaccendere i riflettori mediatici sul depuratore consortile Sava-Manduria di prossima realizzazione, ed è un’iniziativa pienamente legittima e apprezzabile da parte di rappresentanti della comunità locale, e quindi delle istanze e delle esigenze dei cittadini che li hanno eletti e di cui sono ideali portavoce”.
«Non condivido la richiesta di indicare o imporre alla Regione Puglia e all’Acquedotto Pugliese – aggiunge il Consigliere regionale – una data (nello specifico, il prossimo 4 dicembre) per la ripresa dei lavori dell’opera: perché, ben al di là dei disagi provocati dalla mancata realizzazione del depuratore di cui nessuno vuol negare l’importanza, esistono gli interessi di una collettività più ampia rispetto a quella dei residenti, e la necessità di preservare l’ambiente, il turismo, la costa, l’economia non solo nell’immediato ma anche e soprattutto per le generazioni a venire, per il futuro della provincia jonica, della Puglia e dei pugliesi».
La nota di Morgante prosegue «non è certo per un capriccio che io in prima persona e poi tanti altri colleghi Consiglieri regionali di ogni schieramento, sostenuti dal parere positivo di autorevoli studiosi e professionisti, abbiamo chiesto e ottenuto nell’aula consiliare una ulteriore riflessione in merito e di considerare l’alternativa allo scarico a mare non una remota possibilità ma una priorità, per il territorio nel suo complesso».
Una priorità, prosegue la nota, che non vuol essere un boicottaggio fine a se stesso, ma una garanzia: e come tale mi auguro che possa recepirla anche il Consiglio comunale di Sava, nonostante tensione ed esasperazione.
«Va benissimo quindi richiamare ognuno alle proprie responsabilità e agli impegni assunti, chiedendo una decisa accelerazione dei tempi, e chiarezza per fugare critiche e sospetti – conclude Morgante – ma porre degli ultimatum non mi sembra la migliore strada per ottenere il risultato da noi auspicato, che deve necessariamente passare attraverso una doverosa analisi dei costi e dei benefici dell’opera, e da interventi e modifiche che non rendono oggi possibile una ripresa immediata dei lavori».
Gianluca Ceresio
Quotidiano di Puglia del 20 novembre 2015