TARANTO. “I guai di Pulcinella”. Fritto in padella, o quasi
Per la rassegna per famiglie “favole&TAmburi”, domenica 13 dicembre 2015, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in Via Grazia Deledda ai Tamburi
Va in scena “I guai di Pulcinella” di Marco Manchisi, con Marco Manchisi e Santo Marino, luci Michelangelo Campanale, maschere Stefano Perrocco di Meduna, tecnica Cristina Carbone, produzione Tra il dire e il fare/La luna nel letto. Biglietto unico 6 euro. Info: 099.4707948.
Pulcinella, nato mezzo uomo e mezza gallinella, è servo di Zappalà, padrone severo ed esigente. Combina guai su guai e sono botte. Zappalà è alla disperata ricerca dell’amata Catarinella e ordina a Pulcinella di trovarla al più presto, altrimenti il servo pennuto finirà fritto in padella.
Pulcinella però ancora una volta fallisce e purtroppo per lui la padella si avvicina. Mentre Zappalà sta preparando il sughetto per condirlo, dal mercato arriva Truffaldino, una nuova maschera che aiuterà Pulcinella a salvarsi. Pulcinella finalmente può giocare a fare il padrone… e il padrone per una volta il servo. Si addormentano insieme… sognando un mondo dove l’amicizia e la pace la facciano da padroni.
«La maschera di Pulcinella per anni ha rappresentato l’anima e la faccia di un popolo, quello napoletano, che aveva voglia di riscattarsi, di affrancarsi dai soprusi del potere sbeffeggiandolo, di denunciare la condizione di sottomissione ai vari dominatori. Pulcinella ha rappresentato per secoli un simbolo attraverso il quale la gente ha potuto sognare un’esistenza fatta non solo di dolori e fatica, ma anche di gioie e divertimento.
Ho avuto la fortuna di utilizzare la maschera dello zanni, del servo, grazie ad un maestro che si chiamava Leo de Berardinis, dopodiché ho deciso di interpretare Pulcinella ed ho scritto alcuni testi con questa maschera come protagonista. Quando mi è stato proposto di scrivere uno spettacolo per bambini, ho naturalmente pensato all’ingenuità e all’infantilismo del mio Pulcinella.
Una creatura che vive bisognosa di affetto e fiducia, sognando il suo padrone ideale, che non lo bastoni soltanto, ma che pure lo accarezzi e ogni tanto lo coccoli un pò», annota l’autore, regista e interprete Marco Manchisi.