SAVA. Chiarezza sul “caso Cordasco”: il sindaco IAIA proferisce insensatamente
“Verità, dignità e famiglia”, la replica di Cordasco al primo cittadino savese, “Rivendico i miei diritti, ma il sindaco racconti, realmente, l’autenticità dei fatti”
Il “caso Cordasco”, l’invisibile savese costretto a dormire nella sua auto dinanzi alla sede dell’ufficio dei Servizi sociali, diventa sempre più complicato.
Difatti, a seguito della recente videointervista rilasciata ai microfoni del direttore di “Viv@voce”, Giovanni Caforio, giunge la replica del primo cittadino di Sava, il quale, senza alcuna conclusione, rimarca la vicissitudine in questione, ridicolizzando il clochard dinanzi agli occhi dei suoi concittadini e non solo.
A tal proposito, diviene indispensabile rispondere alle offese subite e controbattere con toni altisonanti che facciano comprendere e descrivere la figura del sindaco che, invece di amministrare e cercare delle soluzioni alle ingenti problematiche della popolazione, preferisce indugiare e ledere la dignità di un uomo, un uomo che, sebbene si trovi a fronteggiare un’amara circostanza, sente il dovere di rivendicare, caparbiamente, i suoi diritti.
In data 27 dicembre, Quotidiano di Puglia ha pubblicato un articolo riguardante il suo “caso”; il sindaco, Daio IAIA, ha riferito: “Santino Cordasco ha rifiutato un alloggio nella frazione di Uggiano Montefusco”. Cosa c’è di vero in questa affermazione?
“È impossibile che io abbia rifiutato l’alloggio al quale fa riferimento il sindaco, poiché, lui stesso, non mi ha mai proposto nulla. A tale affermazione, replico raccontando ciò è realmente accaduto, ovvero: ho visionato il domicilio in questione, assieme al primo cittadino e a un’altra persona, ma, proprio quest’ultima, in maniera allusiva, indicava l’impossibilità di poter soggiornare all’interno della dimora, poiché, oltre ai lavori da apportare e ultimare, attendeva una risposta da parte di una famiglia che, ripetendo sue testuali parole, sembrava interessata all’immobile”.
Il sindaco era presente quando, il proprietario del complesso, proferiva tali affermazioni?
“Assolutamente sì. Eravamo: io, il sindaco (Dario Iaia) e il proprietario dell’immobile”.
Dunque, lei non ha rifiutato l’alloggio “offertole”?
“No, poiché, tra l’altro, avevo fissato un appuntamento pomeridiano con lui, al fine di discutere con mia moglie, oltre che mostrarle l’abitazione. Giunti sul posto, il proprietario replicò negativamente, facendoci comprendere il suo diniego in merito alla possibilità pocanzi evidenziata”.
Nel secondo incontro, il sindaco era presente?
“No, eravamo: io, mia moglie e il proprietario del complesso”.
Nei giorni scorsi, abbiamo evidenziato la solidarietà e la disponibilità di un savese che, caritatevolmente, ha dichiarato di volerle dare, a uso gratuito, la sua abitazione in campagna fino a quando lei ne avesse bisogno: ora, cosa è successo?
“La persona in questione, non si è più presentata all’appuntamento prefissato”.
Crede che qualcuno lo abbia sconsigliato?
“Non saprei. L’unica certezza sarebbe stata la possibilità presentatasi miracolosamente, scemata dall’assenza di questa persona”.
Cordasco, non pensa che sia triste fare delle promesse a persone che si trovano in uno stato di necessità?
“Penso che sia solo una vicenda da aggiungere alle altre”.
Il Quotidiano di Puglia, riprendendo il post pubblicato dal sindaco IAIA, ha evidenziato testuali parole che facevano riferimento alla sua condizione famigliare, ovvero che lei ha una famiglia, ha una moglie e ha anche un figlio sebbene sia sposato; quindi, lei non è un senzatetto.
“In Italia e nel mondo, vi è una moltitudine di senzatetto con moglie e figli. È vero, io ho una moglie e un figlio e questa è la mia famiglia, ma non quella dell’altro mio figliuolo che è padre di quattro bambini piccoli. Nella prima intervista che rilasciai, ribadivo la necessità di poter avere un alloggio per me, mia moglie e il mio secondo figlio che è celibe.
Purtroppo, vivendo presso l’abitazione di mio figlio (sposato), rischierei di intromettermi troppo spesso nella loro vita familiare e, conoscendo il mio carattere, ho preferito evitare dei disguidi, ma, questo non mi ha precluso il piatto di pasta, la possibilità di portare a passeggio i miei nipotini che sono la mia ragione di vita e, la mia dignità, mi ha permesso di fare una scelta: vivere in queste condizioni, pur di evitare di “togliere un boccone” ai miei nipotini, perché mio figlio lavora dalla mattina alla sera, percependo €30 al giorno, uno stipendio che, difficilmente, riesce a compensare i bisogni di una famiglia così numerosa”.
Dopo la “mancata promessa” di poter dimorare nelle periferie savesi, come le appaiono i giorni e le notti futuri?
“Le istituzioni e le amministrazioni dovrebbero intervenire, cercando delle soluzioni alle varie problematiche dei cittadini; ma, Iaia, come al solito, attende che siano i cittadini a mobilitarsi per far fronte alla vicissitudine argomentata abbondantemente. Io, personalmente, posso dire di essermi abituato”.
Oltre al sindaco, Dario IAIA, noi, a Sava, abbiamo un assessore ai servizi sociali, Giuseppe Saracino; ma è possibile che non si sia mai messo in contatto con lei?
“L’assessore Saracino, il giorno 23, in presenza del sindaco Iaia, ha promesso di venirmi a fare visita, ma non l’ho mai visto nessuno, nonostante vi sia della parentela tra me e l’assessore”.
Quindi, c’è un grado di parentela vicino?
“Esattamente, dalla parte di mia moglie. Sinceramente, vorrei dire che ho dei dubbi in merito ai servizi sociali, perché non è ammissibile che rispondano dicendomi che sarebbe meglio se io cambiassi paese”
L’unico nesso possibile è la mancanza di volontà politica connessa a quella amministrativa. L’unica risposta è questa. Per terminare, come vorrebbe concludere l’incontro?
“Preferirei che la questione si chiudesse il prima possibile, perché, anche sui social, dilagano notizie illusorie e ingannevoli. Invece, credo che sia doveroso ringraziare Viv@voce e il suo direttore per la possibilità concessa sia a me e sia a tutti coloro che si trovano in uno stato di bisogno. Per questo, diviene basilare comunicare e diffondere le notizie”.
Un giornale deve saper servire una comunità, informarla in merito alle varie circostanze riguardanti la cronaca, l’attualità, le problematiche, gli eventi e i vari avvenimenti; senza alcuna distinzione, senza alterarne i contenuti e senza celare le verità che, spesso e volentieri, risultano essere “scomode” a una svariata moltitudine di persone fisiche.
Eleonora Boccuni
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