Sava. “TANTI AUGURI SCOMODI!”
Lettera aperta al sindaco pro tempore Dario IAIA
“Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate”.
Sig. Sindaco, nella speranza che non voglia querelare anche il defunto vescovo, don Tonino Bello, in concetto di santità, per le parole sopra citate, le auguro di ritrovare un minimo di dignità politica, ricordandole che un sindaco dovrebbe essere il primo cittadino ad indossare il grembiule del servizio, anziché giudicare un uomo in difficoltà che rivendica il suo diritto ad essere uomo e cittadino.
Provo pena, vergogna e indignazione per le sue parole espresse pubblicamente e che riporto di seguito. Chi è lei per giudicare la vita di un uomo?
Chi è lei per affermare “S.C. non è un senzatetto, né un barbone privo di famiglia. E’ al contrario persona, conosciuta dalla comunità savese, sposata e con figli. La moglie vive a casa della suocera in favore della quale presta assistenza ed anche il figlio ha una sua abitazione in cui vive con il coniuge e con i figli. Quindi, l’S.C. non è un homeless, come vorrebbe far credere e potrebbe tranquillamente andare ad abitare con la moglie presso la casa della suocera , come la moglie stessa fa o presso la casa del figlio. Ma per non si comprende quale motivo si rifiuta di farlo e pretende che il Comune gli trovi una casa ed un lavoro”???
Chi è lei per sentenziare cosa sia o non sia un uomo? Chi è lei per coinvolgere dinanzi all’opinione pubblica gli affetti familiari di un uomo in difficoltà? Lei sa cosa significhi vivere nelle ristrettezze economiche? Sa cosa significhi essere emarginato?
Sa che tutti i “senza tetto”, (sì i barboni, quelli che lei definisce dall’alto della sua erudizione “homeless”), sa che tutti questi uomini “invisibili” che vivono, dormono, muoiono sui marciapiedi, nelle stazioni, nelle automobili, hanno per la maggior parte dei familiari? Lo sa???
Sa, signor sindaco, nelle sue parole vedo la sconfitta dell’umanesimo, vedo ancora una volta l’incapacità e la sconfitta di una politica che preferisce la bellezza delle luci esteriori alla visione di un uomo in difficoltà; di una politica che antepone le querele al servizio del bene comune e del singolo uomo-cittadino che chiede ciò che gli spetta di diritto (un lavoro, un focolare domestico in cui rifugiarsi con la sua famiglia).
Nelle sue parole, vedo cristianamente, tutti quegli uomini che si rifiutarono di ospitare Giuseppe e Maria quasi partoriente di Gesù! Nel 2015 la storia di Gesù si ripete! Buon Natale, sig. sindaco, il suo Natale di luci e di feste in piazza!
Santo Natale, sig. Santino e grazie per il suo coraggio e la sua testimonianza, a discapito di tutti quei concittadini che si sentono “disturbati” da UOMINI come lei!
Giuseppe Mancini