SAVA. Bocciata dall’amministrazione IAIA la richiesta di una Commissione di indagine sull’interruzione del rapporto con la CERIN, agente riscossore dei tributi comunali

SAVA. Bocciata dall’amministrazione IAIA la richiesta di una Commissione di indagine sull’interruzione del rapporto con la CERIN, agente riscossore dei tributi comunali

Il verdetto del Consiglio comunale monotematico ha registrato la grave assenza dei sindaci revisori

E’ stato nella prima decade dello scorso dicembre che l’opposizione ha chiesto urgentemente la convocazione di un Consiglio comunale monotematico avente oggetto “interruzione del rapporto del nostro Comune con la Cerin”.

Come sappiamo bene che con Determina comunale, del dirigente alle Finanze savesi Vincenzo Colucci, firmata il 4 dicembre 2015 veniva stroncato il rapporto tra il nostro Ente e la Cerin. Mancavano poco più di venti giorni alla scadenza naturale del contratto, 31 dicembre, e dal Palazzo municipale partiva la comunicazione al soggetto privato dell’interruzione immediata contrattuale.

Venti giorni, poi, che se andiamo a vedere ben bene, tolte le festività natalizie, si sarebbero ridotti a si e no a 10 giorni lavorativi restanti. Colucci nella determina metteva in risalto le inadempienze contrattuali, citando i diversi ammonimenti nel 2013, saltando il 2014 e per finire all’ultima comunicazione in data 4 dicembre.

Quindi, stando alla determina del dirigente, le violazioni contrattuali sono state applicate a pochi giorni dalla fine del contratto sulla riscossione dei tributi, fino all’anno 2013, e quella della pubblicità e suolo pubblico che aveva data 31 dicembre 2015.

Dal 2014 è il nostro Comune che incassa direttamente i tributi del contribuente savese. Dall’azione del nostro Ente è scattato un Esposto presentato alla Gdf la quale ha fatto “visita” nei locali della Cerin siti in Via Roma. Fin qui la cronaca. In queste ultime settimane è stato un continuo vociferare di voci, di soldi che mancano nelle casse comunali e di, probabili, responsabilità. Alcuni dicono che mancano nelle casse comunali 600 mila euro, altri 700, altri ancora addirittura 900 mila euro.

La domanda viene lecita: è vero che questi soldi mancano nelle casse comunali? E se dovesse essere vero perché il dirigente Colucci si è ricordato di questo a pochi giorni della chiusura contrattuale? Perché non lo ha fatto prima? Nelle comunicazioni fatte alla Cerin, nel 2013, si parlava di un solo oggetto: manca la rendicontazione. Quindi una violazione alle norme contrattuali che già questo avrebbe potuto portare, allora, alla risoluzione del contratto!

Quindi, stando alla parole scritte, al nostro Ente venivano versati solo acconti. Ripetute missive incalzavano la mancanza della rendicontazione. Nel 2014 nessuna comunicazione arriva alla Cerin, stando alla determina del dirigente alle Finanze.

Pertanto, in mancanza di comunicazione, il 2014 è stato un anno “rispettato” dalla Cerin. E stando sempre alla determina del dirigente nel 2015 è stata fatta solo una la comunicazione la quale ha rescisso immediatamente il rapporto contrattuale. Alla luce di tutto questo, e questo è legittimo, mille dubbi possono venire e questi dubbi devono trovare certezze nelle carte del nostro Comune.

Da qui parte la richiesta da parte dei gruppi d’opposizione consiliare di un Consiglio comunale monotematico.  Ieri, 14 gennaio, è stata la volta che maggioranza e opposizioni si sono presentati nella massima assise istituzionale savese per dare e avere chiarimenti a tutti i quesiti sopra elencati. In questa seduta l’opposizione ha chiesto una Commissione di inchiesta, bipartisan, che indaghi attentamente su tutta questa tematica scottante.

Caso strano, ma molto strano per davvero, ieri mancavano i tre sindaci revisori o meglio coloro che sono pagati dal nostro Comune (prendono circa 30 mila euro all’anno, ndr) per difendere i suoi interessi e chi meglio di loro, in tema di tributi, è preparato.

Per la cronaca, ricordiamo ai nostri lettori, che i tre sindaci revisori sono stati nominati unilateralmente dalla maggioranza, o meglio espressione numerica consiliare. E quindi possiamo dire francamente, in barba alla democrazia rappresentativa, che i controllati hanno nominato i controllori. Da questo l’intelligenza del lettore faccia il resto. Tornando al discorso della richiesta di istituire una Commissione di indagine quest’ultima è stata bocciata dai banchi della maggioranza.

Anche qui viene lecita la domanda: ma di cosa ha paura l’amministrazione IAIA? Perché non ha collaborato con l’opposizione alla nascita di una Commissione apposita? Questi comportamenti della maggioranza lasciano molti dubbi e molte ipotetiche risposte. Vorremmo ricordare al sindaco pro tempore IAIA, ma questo lo abbiamo già scritto altre volte, che la passata amministrazione, quella Maggi per intenderci, non si tirò indietro quando scoppiò il caso “Contenzioso” e collaborò alla nascita della Commissione di inchiesta che portò l’allora delegato Claudio Leone ad essere iscritto nel registro degli indagati, dopo il lavoro svolto dall’allora Commissione comunale, presso la Procura della Repubblica di Taranto per “abuso e omissione di atti in ufficio” e per “truffa aggravata”.

E qui IAIA, se la memoria non mi inganna, fu proprio lui a firmare l’Esposto in quanto presidente della Commissione di indagine! Eppure allora, amministrazione Maggi, c’erano i numeri per non far partire la Commissione.

Quanto a democrazia, e alla tanto decantata “trasparenza & legalità”, l’amministrazione IAIA farebbe bene a fare un corso accelerato. Ma cosa ci dobbiamo aspettare ancora da un’amministrazione che ha già bocciato due richieste di Commissioni consiliari, la prima è quella odierna e la seconda è quella sui Servizi Sociali?

Al di là dei facenti parte di questa maggioranza, ci meravigliano i comportamenti dei Consiglieri Corrado Agusto e Salvatore De felice che, quanto a democrazia, avrebbero potuto benissimo insegnarla ai colleghi della maggioranza.

Anche perché loro vengono da altre esperienze politiche che non somigliano affatto a quelle di ex fascisti, di voltagabbana, di opportunisti e di chi continua a cambiare di casacca.

Evidentemente la democrazia, per Agusto e De felice,  ai giorni nostri è diventata solo un optional …

Giovanni Caforio

viv@voce

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