SAVA E IL DEPURATORE. CATTEDRALE NEL DESERTO

SAVA E IL DEPURATORE. CATTEDRALE NEL DESERTO

Questo sarà l’argomento del quale si parlerà la prossima settimana nel programma televisivo “La capovolta” che andrà in onda su “Trm della piattaforma Sky”

Nel 2009 dopo la venuta a Sava delle “IENE” che realizzarono un servizio andato in onda su ITALIA 1 sulla mancanza di una rete fognaria, gli italiani seppero che vi era un paese della provincia di Taranto – Sava, – comunità di 17.000 abitanti dove,  7.785 pozzi neri (l’80%) scaricavano i liquami in falda con l’acido solforico (operazione questa che costò la vita a due persone apparentate tra loro).

I savesi camminano  su una vera e propria “bomba ecologica”  poiché le “falde acquifere” non vengono inquinate solo dallo scarico dei pozzi neri a perdere, ma anche dallo smaltimento delle acque meteoriche che avviene per scorrimento in superficie lungo le strade e le campagne con tutte le particelle inquinanti che trascinano durante il loro percorso per poi confluire in un INVASO a cielo aperto, sprovvisto di vasche di decantazione, fatto realizzare molti anni fa dal Comune, con uno scavo nel terreno.  

E come se non bastasse a questa situazione  vanno ad aggiungersi gli auto spurgo che dovrebbero andare a  scaricare  presso il depuratore di  Nasisi (Taranto), ma che pur di fare qualche viaggio in più non si fanno scrupoli  a scaricare nelle campagne.

La realizzazione della rete fognaria a Sava è stato il “cavallo di battaglia” di ogni campagna elettorale, e i sindaci che si sono succeduti  sino al 2010 non hanno mai preso in considerazione l’ormai vetusto Depuratore fatto realizzare sulla via per Francavilla Fontana (BR) a 2 km. dal centro abitato, circa 40 addietro.

Mai nessuno ha pensato di  tirare fuori dai cassetti quella “vecchia pratica” per verificare quali erano state le cause che  portarono l’ ufficiale Sanitario ad impedire la messa in funzione il Depuratore realizzato negli anni ‘70 per il quale furono spesi centinaia di milioni di denaro pubblico.

Ciò che invece si sa  è che un sindaco dell’epoca ebbe a dichiarare alla stampa: “Sava non ha bisogno della fogna nera in quanto i savesi i loro “scarti biogici” li portano in campagna per foraggiare i campi”.

Un’affermazione avventata e fuori luogo  perché  Sava e i savesi hanno bisogno della rete fognaria, ma questa non può essere una ragione che giustifichi lo “scarico a mare” a discapito di altri cittadini dei paesi limitrofi (Avetrana e Manduria) e bene ha fatto Il Presidente della Regione Puglia EMILIANO ad opporsi e bloccare il terminale dell’impianto di depurazione delle acque che si vorrebbe realizzare sulla spiaggia di “ Specchiarica” località balneare tra San Pietro in Bevagna e Torre Colimena.

I cittadini di Avetrana e Manduria che usufruiscono delle due località balneari chiedono al sindaco di Sava Dario IAIA: “e  se anziché scaricare nel mare cristallino di San Pietro in Bevagna si andasse a scaricare in quello di Torre Ovo, località balneare del Comune di Torricella, la cui  spiaggia é frequentata dal sindaco di Sava e dal  Presidente del Comitato Cittadino signor Giuseppe De Maglie proprietario (sembra) di una residenza estiva, come reagirebbero i villeggianti del posto?”

Ormai è in atto una” guerra tra poveri” con la speranza che “l’armistizio” in corso possa portare le parti politiche a trovare una alternativa allo scarico a mare.

Intanto il Comitato Cittadino di Salute Publica, patrocinato dal Comune di Sava, ha organizzato una “tavola rotonda” che si terrà Sabato 6 febbraio alle ore 17,30 nella “sala Amphipolis”  parteciperà anche il sindaco Iaia sul tema: “Questione Depuratore – A che punto Siamo?”

 Mimmo CARRIERI  

 

 

 

viv@voce

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