TARANTO. “Pasta e Diossina”, la mensa degli operai dell’Ilva

TARANTO. “Pasta e Diossina”, la mensa degli operai dell’Ilva

Le “sconvolgenti” verità documentate e stilate da PeaceLink

Il siderurgico che dilania vite e strazia i cuori di chi si trova a fronteggiare le problematiche che derivano dalle perenni emissioni: malattie, morti, problemi ambientali e, come se non bastasse, anche una pausa pranzo ad hoc che si concilia a quanto dianzi menzionato.

Questo è ciò che viene denunciato, per l’ennesima volta, da PeaceLink che, quotidianamente e responsabilmente, cerca di documentare, attraverso reportage fotografici e dati importanti, ciò che, spesso, l’informazione tende a celare, al fine di diffondere le continue vessazioni che siamo costretti a subire da, ormai, troppo tempo, a causa della nascita di “un mostro”: “Il Killer di Taranto – l’Ilva”!

Pasta e Diossina” – così esordisce Luciano Manna, collaboratore di PeaceLink, in una nota riportata ieri, mercoledì 17 febbraio, all’interno della quale proferisce in questo modo – “Questo è ciò che accade nel reparto GRF dell’Ilva di Taranto” – facendo riferimento alla foto che, di seguito, riproduciamo – “un reparto sotto sequestro dove si continuano ad effettuare operazioni che rilasciano in aria sostanze tossiche per la salute degli operai e dei cittadini di Taranto. Siamo a 50 metri dalla mensa degli operai e le operazioni al GRF avvengono senza le adeguate cautele indicate nella prescrizione NR 16 dell’AIA rilasciata ad Ilva dove, inoltre, i tempi di attuazione sono stati spalmati nel tempo dai decreti del governo Renzi. Ilva inquina ancora e non rispetta la legge, non rispetta l’AIA. Va chiusa; fermata; chi tace è complice”.

Chi tace è complice, complice di un futuro che non sarà tale; complice di un falso vittimismo; complice dei suoi stessi mali; complice dei malfattori; complice degli abomini che, per ovvie ragioni, ci pare lecito non rammentare, poiché summenzionate poc’anzi; complice della vita dei bambini che dovrebbero possedere il diritto alla vita, a crescere e ammirare il sole d’una Terra martoriata dall’imperdonabile “responsabilità delinquenziale” fondata su uno strategico monopolio economico, studiato a tavolino.

Ecco perché dire “NO”; ecco perché urlarlo fino all’ultimo respiro; ecco perché, anche un corpo esanime, preferisce enunciare una frase del genere, piuttosto che ricevere l’Estrema Unzione!

Eleonora Boccuni

viv@voce

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