GRUPPO AZIONE PRECARI. “Un concorso truffa voluto da un Presidente del Consiglio il quale disconosce la legalità”
Nota stampa
“Si riteneva che in Italia la democrazia fosse una conquista già avvenuta da tempo. Prendiamo atto che non è così e la cosa ci preoccupa grandemente. Non c’è democrazia laddove un Presidente del Consiglio è tale per volontà “sua” e non del popolo (che dovrebbe essere “sovrano”).
Come avrebbe potuto un signore di tal fatta operare nella legalità se lui per primo disconosce persino il termine? Siamo un gruppo di docenti precari, precari ma abilitati che dovranno sostenere a breve un concorso truffa. Questo concorso, questa beffa gravissima sono voluti da un uomo che non ha a cuore il benessere del popolo che dovrebbe governare.
O forse nulla gli importa di questi cittadini docenti che ormai precari da anni sono stati lasciati fuori dal piano assunzioni! Eppure sono insegnanti preparati e competenti. L’assurdo poi, è che questo “signore” ha immesso in ruolo gente che mai era entrata in una classe …
Viene da porsi una domanda: “Se per poter aspirare al ruolo dobbiamo ancora affrontare un concorso e superarlo, perché mai ci affidano delle classi e delle giovani vite? Se le nostre abilità e competenze dovranno essere comprovate dall’ennesimo concorso, ci si ritiene, allo stato, incapaci e se siamo incapaci, perché ci si consente di entrare, da docenti, in classe?”.
A noi sembra un non senso; d’altro canto, il non senso è tipico delle beffe e quella che stiamo vivendo è la beffa delle beffe, la beffa madre, un oltraggio a noi tutti e alla SCUOLA ITALIANA. Stiamo assistendo ad una farsa, ad uno spettacolo di burattini (così ci si considera e da tali siamo trattati) con un puparo che tira i fili a casaccio.
Il concorso rappresenta un atto di preparazione da parte del Governo nei confronti dei docenti, i quali docenti si chiedono quali siano i motivi veri per cui lo si vuole a tutti i costi. C’è qualcuno da favorire?
E ci pensa il Signor Presidente del Consiglio ai costi di questo inutile concorso?
Evidentemente la cosa non lo tocca. Ma tocca chi di noi stenta a vivere e patisce la fame per poter insegnare da precario, lontano da casa in situazioni veramente penose, stante anche il fatto che siamo pagati con estrema irregolarità e in forte ritardo rispetto al periodo in cui si è prestato servizio.
E ci pensa ai soldi già spesi per i compensi dovuti a quei docenti che in passato hanno valutato gli stessi insegnanti che dovranno ancora una volta affrontare un concorso? Eppure questi insegnanti sono stati dichiarati ABILITATI e cioè dotati di conoscenze, abilità e competenze tali da poter insegnare.
Le abilitazioni sono CERTIFICATE dallo STATO. Allora chi vuole questo concorso? l’antistato?
BASTA!!! E’ ora di finirla, siamo stufi di non essere ascoltati. Noi difendiamo i nostri diritti, alzate tutti la voce con noi.
Non lasciamo che l’oscurantismo e il malaffare dilaghino nella nostra Italia”.
Prof.ssa Schiavone Alessandra
Gruppo Azione Precari