AVETRANA. “A proposito di primarie”
Da Antonio Giangrande, riceviamo e volentieri pubblichiamo
“A proposito di primarie ad Avetrana ed in tutta Italia…fascismo e comunismo facce della stessa medaglia: sete di potere o di poltrone.
Cosa accomuna gli interisti ai comunisti? Quando si perde è perché gli altri hanno rubato.
Ad Avetrana, tanti anni fa, il sottoscritto emergeva in politica. Presidente di Alleanza nazionale, non sono stato mai accettato perché non avevo il sangue nero ed i miei sostenitori non erano di destra, ma erano dei moderati. Per la nomenclatura ero buono solo a portare voti ai soliti noti. Li mandai a fanculo…e sostenni Conte a sinistra che con i voti dei miei sostenitori vinse le Comunali.
Ad Avetrana, a sinistra c’è Emanuele Micelli, mai accettato dai comunisti perché non ha sangue rosso.
Alle primarie 2016 tutta la nomenclatura comunista era schierata contro di lui in previsione di una futura scissione del PD e la cui figura della Petracca, (con i soliti 200 voti degli ultracomunisti) era solo specchio per le allodole.
Il vero intento era contarsi per valere. Micelli per la nomenclatura è buono solo a portare i voti dei moderati alle elezioni…per Conte e per altri. Voti dell’aria moderata che, però, non sono accettati alle primarie: perché fanno schifo ai comunisti e per questo la perdente alle primarie, Rosaria Petracca, non si candiderà e non sosterrà Micelli, candidato sindaco.
Lo schifo per i voti moderati ha fatto sì che il mio interesse per chi si professa diverso è cessato e da allora la sinistra ad Avetrana ha sempre perso, nonostante, per fottersi i miei voti, hanno messo mio fratello nelle loro liste e che io stesso non ho votato.
Fino a che, a sinistra come a destra, le nomenclature locali saranno più interessate alle poltrone che alle cose reali, perderanno sempre, perché non è vittoria quella con il 50% di astensione. Messaggio di gente che manda a fanculo gli schieramenti con le solite facce.
Fascismo e comunismo facce della stessa medaglia: sete di potere o di poltrone per persone incapaci”.