TARANTO. Rimborsi non dovuti. Inchiesta sull’Ordine degli avvocati. Riflettori accesi su 93mila euro spesi tra il 2014 e il 2015. La Procura indaga sugli avvocati
Da Antonio Giangrande, scrittore, sociologo storico, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, riceviamo e volentieri pubblichiamo
“Una inchiesta di cui nessuno quasi parla. Si scontrano due correnti di pensiero. Chi è amico dei magistrati, dai quali riceve la notizia segretata. Chi è amico degli avvocati che tace della notizia già pubblicata. “Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico”, proverbio cinese.
Taranto, rimborsi non dovuti. Procura indaga sugli avvocati. Riflettori accesi su 93mila euro spesi tra il 2014 e il 2015 dopo un esposto del Consiglio, scrive Mimmo Mazza su “La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’11 aprile 2016. Finiscono all’attenzione della Procura della Repubblica i conti dell’Ordine degli avvocati di Taranto.
A rivolgersi alla magistratura è stato lo stesso Consiglio, presieduto da Vincenzo Di Maggio, dopo che sarebbero emerse irregolarità contabili riguardanti le anticipazioni e i rimborsi alle cariche istituzionali nell’anno 2014, l’ultimo da presidente per Angelo Esposito, ora membro dal Consiglio nazionale forense.
Il fascicolo è stato assegnato al sostituto procuratore Maurizio Carbone, l’ipotesi di reato è quella di peculato essendo l’Ordine degli avvocati ente di diritto pubblico (altrimenti si procederebbe per appropriazione indebita ma il pm non sarebbe Carbone in quanto quest’ultimo fa parte del pool reati contro la pubblica amministrazione).
Ordine Avvocati, buco nel bilancio. Indaga la Procura, scrive Michele Montemurro su “Il Quotidiano di Puglia” dell’11 aprile 2016.
Spese di rappresentanza istituzionale indebite o solo assenze di “giustificativi”? È quanto dovrà accertare la procura di Taranto, chiamata in causa dal consiglio dell’Ordine degli Avvocati del capoluogo jonico, che avrebbe accertato nel suo bilancio un “buco” di oltre 90mila euro.
A investire della questione il pm dottor Maurizio Carbone è stato lo stesso Consiglio presieduto dall’avvocato Vincenzo Di Maggio. All’appello, nei libri contabili del Consiglio, mancherebbe una cifra complessiva che non risulta essere “coperta” da alcuna documentazione. Allo stato, l’ipotesi di reato per cui si procede a carico di ignoti è quella di peculato, dal momento che il Consiglio dell’Ordine è ritenuto Ente pubblico non economico.
La Procura indaga sul “buco” del bilancio dell’Ordine Avvocati di Taranto sotto la guida dell’Avv. Angelo Esposito. E sulla fuga di notizie…?
Si chiede e scrive Antonello De Gennaro su “Il Corriere del Giorno” del 12 aprile 2016. Spese di rappresentanza istituzionale indebite o solo assenze di “giustificativi”? Chi rimborserà l’Ordine degli Avvocati di Taranto delle spese allegre e non giustificate di qualcuno?
L’intervento della Procura di Taranto che ha affidato le indagini al pm Maurizio Carbone, contrariamente a quanto pubblicato dai soliti cronisti giudiziari a “gettone” è avvenuta in conseguente di una segnalazione, obbligatoria per legge ai sensi dell’art. 331 c.p.p. che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del capoluogo jonico, presieduto dall’avvocato Vincenzo Di Maggio, ha inteso rispettare.
Singolare anche come ancora una volta la notizia sia “filtrata” dagli uffici giudiziari tarantini sulla solita stampa “ventriloqua” di alcuni magistrati, nonostante la discrezione e riservatezza adottata dal presidente Di Maggio che ha depositato personalmente il tutto soltanto giovedì scorso e direttamente negli uffici della Procura, e non a quelli della polizia giudiziaria, proprio per evitare delle possibili fughe di notizie”.