Red in Italy- la conclusione di un viaggio
Le cose vanno ottimamente per me: ho tastato il terreno e trovato tante cose buone
Esse sono le persone che ho conosciuto, le risposte che ho ricevuto per i miei sforzi, le idee che sono nate dagli incontri. Il mio viaggio non è certo finito, semmai è iniziato, ma è arrivato a un passaggio: dopo aver fatto ipotesi e aver verificato cosa era vero, è ora di agire.
Non so di preciso cosa succederà poi, oggi sto scrivendo il mio quarto manoscritto ed è l’unica certezza che ho. Non so neanche quando e se scriverò il libro sugli artigiani, se riuscirò a presentare il Made in Italy alle comunità straniere presenti nella mia zona. Non ho giurato di fare queste cose, ho il proposito di farle, ma potrei anche non trovarmi mai davanti alle condizioni per realizzare quel proposito.
L’importante era raccontare, tale era il mio scopo quando ho iniziato questa rubrica.
Ciò che avevo da dire in questa sede riguardo a certi temi è stato detto.
Grazie a Giovanni Caforio per l’occasione che mi ha dato di comunicare con voi, grazie a tutti quelli che mi hanno letto. Ci ritroveremo nelle pagine di altri libri, o meglio in qualche incontro dal vivo.
Non volevo mostrare nulla di particolare con i miei pochi articoli, solo stimolare alcune riflessioni. Senza radici culturali rischiamo di non esistere più come esseri umani, ma il loro recupero non deve diventare una nuova religione che c’ingobbisce l’anima e ci rende ottusi verso il fuori. Questo l’ho capito solo proseguendo qui con voi il ragionamento iniziato nel primo libro, Red in Italy. L’Italia è un buon Paese, fortunato per tanti versi che non vogliamo prendere in considerazione.
Anche l’epoca in cui viviamo è fortunata perché siamo liberi di scegliere tra ieri e oggi, in un bacino immenso di possibilità, e parlare di Made in Italy è solo un modo di mostrare come questo sia possibile.
Per il resto, credo dovremmo essere liberi di evolvere verso un modello di vita nuovo, visto che quello che ci stiamo ancora imponendo ci va stretto, e su questo l’opinione è unanime.
Cambiano le risposte perché ognuno parte dal suo vissuto, che per forza è limitato, ma non c’è differenza tra l’imprenditore e il cassintegrato, tra il vegano e il difensore della salumeria nostrana.
Sentiamo tutti il bisogno di cambiare i parametri della nostra società. E ora è possibile farlo, più di ieri.
Io coglierò quest’occasione, spero anche molti di voi.
Buona vita a tutti
Dafne Perticarini