LIZZANO. Leo: un altro angelo volato nell’azzurro del cielo
L’ultimo saluto di costernazione, un corteo funebre commovente si genuflette in religioso silenzio per la perdita d’un caro ragazzo
Aveva da poco compiuto 26 anni, Leonardo, il ragazzo che lo scorso 26 giugno ha perso la vita in un tragico incidente. Il “percorso fatale”, intrapreso quella sera, gli è costato la vita. Un ragazzo solare, pieno di vita, ironico, spiritoso e semplice; questo il ricordo degli amici e dei semplici conoscenti che, puntualmente, ogni giorno erano soliti incontrarlo in quell’angolo ove svolgeva la sua attività; un piccolo spazio, ormai vuoto.
Rimangono i ricordi, rimane la sua immagine, il suo sorriso e la purezza di quel palloncino bianco e dei fiori posti proprio lì, nel luogo in cui, quotidianamente, lavorava.
Gesti semplici, ma composti evidenziati durante il rito funebre di accompagnamento. Commovente, agghiacciante se si pensa all’età di questo giovane ragazzo; ingiusto, invece, il fato che volle troncare la sua vita in un modo così tragicamente fatale; un’altra vittima bianca che va ad annoverarsi alle due precedenti che, la comunità lizzanese, da qualche mese, piangeva e rammentava.
Ma, cos’è la vita? Cos’è la morte? Se non degli intervalli dettati dal tempo e dalla volontà divina ai quali dovremo obbedire, ai quali dovremo presenziare nel momento in cui, scoccata l’ora e spenta la nostra fiamma, saremo chiamati.
Lo strazio, le lacrime, l’angoscia, la sofferenza sono solo stati d’animo che, facilmente, possono essere descritti; ma, al contempo, risulta alquanto difficile illustrare, poiché nessuno potrà mai esplicare e spiegare il patimento e il dolore di una madre, di un padre, delle persone care; perché le parole, in taluni momenti, diventan superflue e ciò che resta sono gli sguardi sbarrati, attoniti; l’impassibilità dinanzi a uno scenario al quale non si vorrebbe mai assistere e, dunque, l’incredulità di ciò che si sta vivendo.
Si mobilita un intero paese per Leo; tra i meandri e i vicoli della cittadina un corteo infinito che rappresenta l’intera cittadinanza in lutto, mentre, tra i partecipanti fioccano dei palloncini bianchi portati dai ragazzi che si stringono e sono accanto ai familiari; la gioventù, l’amicizia e la spensieratezza tramutate in riflessione, in domande e, conseguentemente, in quesiti esistenziali, ma presto confutati dal saluto rivolto a Leo; non un “addio”, ma un “arrivederci”, perché il ricordo, il bene e la speranza continueranno a vivere finché, un giorno, queste anime si riuniranno per l’eternità in un lungo abbraccio che, nemmeno il fato crudele, potrà dividere!
Eleonora Boccuni