SAVA. Via Del prete. Verranno rimossi gli Aranci selvatici e al loro posto i Cocus
Anche sul parco verde l’amministrazione IAIA si è rivelata un vero e proprio disastro
E così i circa 50 alberi di arancio selvatico collocati su Via Del prete hanno i giorni contati. Il dottor Pasquale Calasso, assessore ai Lavori pubblici, nei giorni scorsi presenziava con un tecnico comunale munito di una stazione totale elettronica sulla Via più importante del paese per posizionare, sulla carta, la nuova piantumazione di Cocus. Ma non saranno certamente 50 le piante di Cocus che verranno collocate.
Saranno di meno e i posti lasciati vacanti verranno pavimentati e molto probabilmente ci saranno nuove panchine negli spazi lasciati vuoti. Fin qui la cronaca. Ma forse non è affatto male ricordare al lettore l’emozionante, e distruttiva, cura del verde pubblico da parte dell’amministrazione IAIA in questi quasi 5 anni di gestione del comparto verde.
Abbiamo assistito alla morìa di ben 4 palme in Piazza Europa. Divorate dal punteruolo rosso.
Certo non esistono cure quando il parassita attacca le palme. Ma crediamo che c’è la prevenzione. Questa si che c’è.
E sulla morte di queste palme c’è tutta l’incapacità di chi non ha il rispetto del bene comune.
Oltre a vedere questa Piazza degradata: vialetti interni divelti, ferraglie delle armature arrugginite, pozzetti che mancano, pavimentazione che in alcuni ingressi è sparita. Fosse solo questo, in tutti questi 5 anni passati, sarebbe, diciamo, ben cosa. Ma c’è del altro che chi amministra questo paese vuol far scordare al cittadino elettore che fra sette mesi verrà chiamato al rinnovo del Consiglio comunale.
E il nostro giornale, in tutti questi anni di gestione IAIA del nostro Palazzo municipale, ha seguito giorno per giorno le mosse spregiudicate e scriteriate verso il verde pubblico. Ma gli aranci selvatici di Via Del prete sono stati il segno tangibile della strafottenza e della mancata considerazione verso questi alberi. Non sono stati curati affatto. Nel caldo torrido non hanno visto neanche un secchio d’acqua per far rinfrescare le radici.
Nemmeno un grammo di fertilizzante ad aiutarli alla crescita. E dulcis in fundo la cocciniglia, parassita tipico di queste piante, ha agito indisturbata a divorare la linfa e a produrre la classica “mielata”, la quale cadendo per terra ha reso tutto il lastricato di pietra di Trani un vero e proprio manto appiccicaticcio. Nessun trattamento effettuato contro il parassita. L’unica “fatica” fatta è stata quella di rimuovere il frutto e uno sfoltimento del fogliame.
Rachitici, si presentano così. E quindi la cura, per questa amministrazione, è la loro rimozione. Oltre ad una spesa che si sarebbe potuta benissimo evitare se solo si avesse avuto una normale attenzione e una giusta dedizione. Alberi che si presentavano bene. Tutti ben allineati, crescita proporzionata e di bell’aspetto anche. Sicuramente gli aranci selvatici davano una bella veste a Via Del prete.
E poi c’è l’area mercatale. Anche su questi alberi vale lo stesso discorso degli aranci selvatici. Con una differenza però: non sono stati attaccati dalla cocciniglia ma dall’incuria dell’amministrazione IAIA. Un buon 70% di questi alberi hanno lasciato la vita. E certamente non per colpa loro.
Per non parlare della vera e propria decapitazione dei Pini d’Aleppo collocati su Piazza Risorgimento. E’ stato un vero e proprio delitto di questi alberi piantati nell’era fascista, i quali richiedevano solo la cura ed un cestello per la rimozione del frutto secco.
Ai giorni nostri questo sindaco pro tempore mette in moto la macchina amministrativa: rifacimento di alcune arterie stradali principali, sperando che il nuovo look serva a buttare fumo negli occhi al savese e accaparrarsi, per la seconda volta, la simpatia elettorale.
Provando a far dimenticare lo stato pietoso delle strade in questi passati anni, sotto la sua gestione amministrativa.
Ma in questi anni abbiamo visto di tutto. Tranne quel paese che lo IAIA auspicava dal palco a un savese che gli stava dando la fiducia.
Mancano sette mesi alle urne. Lo IAIA deve rimettersi al giudizio non di un solo elettore, ma di un intero paese.
Giovanni Caforio