LETTERE ANONIME A VIV@VOCE. ECCO LE RAGIONI PER AVERLE PUBBLICATE

Risposta al nostro Sindaco, Dario IAIA  su questo argomento …

Ho sempre creduto che un giornale, almeno Viv@voce, deve farsi portatore del disagio che una comunità vive. Magari anche a tinte forti, ma questa è la funzione di questo gironale. Non ci fosse, questa funzione, non ci sarebbe stato bisogno di creare Viv@voce. Sarebbe bastato scrivere che “tutto va bene signora la Marchesa” e chi si è visto si è visto. La cosa che caratterizza questo giornale, credo, è quella di essere una porta aperta per tutti.

Per tutti coloro che, al di là del colore politico che hanno, vogliono dire la loro o mostrare un problema del proprio paese  e metterlo a conoscenza degli altri savesi. Fin qui credo che ci siamo anzi, ci siamo sempre stati. Andiamo alle lettere anonime (che poi sono da me conosciute direttamente, ndr) e agli argomenti che hanno sollevato sul tappeto. So perfettamente, ma è anche amaro constatare questo cari lettori, che se ci fosse più coraggio Sava non starebbe così. Ovvero, mostrare la propria faccia in pubblico senza avere nessun timore o paura. Bene, o meglio male, sappiamo che il nostro paese, o meglio il savese, è vendicativo della serie “alla scurdata tua e alla ricurdata mia” e quindi quando si espone un problema si ha paura (comprensibile questo ma non condiviso in pieno da questo giornale, ndr) delle ritorsioni che, in passato sono successe e che succederanno sempre in quanto sta nel dna del savese, si possono ricevere.

Non ultimo ad esempio un caso di un commento fatto in negativo su  di una signora su facebook: pochi giorni dopo  “qualcuno” ha fermato il marito della signora in questione e l’ha pregato di dire alla moglie di non fare sempre commenti negativi! Quindi se prima si poteva dire che la concezione del savese era arcaica, oggi possiamo ben dire che è sempre in auge! Andiamo avanti: quando un giornale, o almeno come il mio, pubblica una lettera anonima il suo direttore (nel caso in specie sempre io!) si assume le sue responsabilità e in questi anni di responsabilità me ne sono assunte tante, e alla grande pure. Non ho avuto paura di nulla. Di nulla! Ma questo non vuole essere il biglietto da visita. Comunque, in caso di chiamata davanti al magistrato io ho la fonte. Ma oltre la fonte, o le fonti, andiamo ai casi specifici che è meglio. Scuola “Gigante”: ci sono stati alcuni casi di pidocchi, si o no? Le mamme hanno detto si. Seconda cosa, sempre per il “Gigante”: c’era un finestra che spifferava da tutte le parti, si o no? Le mamme hanno detto di si. Terza cosa: c’era un aula che quando pioveva gli alunni dovevano spostarsi in un altra aula, si o no? Le mamme hanno detto di si. E quindi? Che c’è di male esternare un disagio e magari con l’aiuto dell’informzazione accelerare la sua risoluzione? Non c’è nessun male. Solo che viene chiamato in causa chi amministra la struttura pubblica e, trattasi di scuola pubblica, è sempre un’amministrazione comunale che è chiamata a rispondere! Si ma,  che male c’è?

Il cittadino, quando è giusto, ha diritto di lamentarsi in quanto paga i tributi e vuole che i servizi funzionino bene. E’ reato questo? Non lo è ancora e meno male!!! Andiamo alle selezioni della IGECO, compagnia privata a cui è stato appaltato il servizio della differenziata “porta a porta”. E’ reato che un cittadino manifesti i suoi dubbi o le sue perplessità su questo? Non credo. E’ reato che un cittadino dica che poteva bastare un autocertificazione da allegare alla domanda per le prove selettive? Non credo affatto. Quindi, che male c’è? E’ reato che un cittadino dica che era stata promessa una graduatoria e che ancora non c’è? E’ reato che qualcuno veda qualche suo “fedelissimo” consegnare i contenitori della raccolta differenziata? Non credo, in quanto è vero. Quindi, dove sta il problema? Glielo dico io, Signor Sindaco IAIA, il problema sta nella risoluzione dei problemi della quotidianità e nel non creare disagi alla cittadinanza con opere pubbliche che stanno lì da oltre 9 mesi e che attendono la finitura!

E che dire dei due segnali di STOP che stanno lì da oltre 20 giorni e che nessuno è andato a toglierne almeno  uno! E ancora più grave, visto che Lei è un avvocato, tollerare pseudo-funzionari che quando Lei ha chiesto se sussistevano gli stessi requisiti iniziali della compagnia privata dei Parcheggi pubblici, in virtù del rinnovo di un anno del contratto, lei si è visto scritto che tutto era come prima, o meglio la Ditta aveva gli stessi requisisti di tre anni prima!  Come vede, signor Sindaco i fatti ci danno ragione e ci hanno dato ragione! Scandaloso questo: c’è voluto l’impegno  mio, di Mimmo Carrieri compreso, a smantellare questo. Eppure, io lo scorso agosto sollevai molti dubbi su questo.  Ma sarà il magistrato che chiamerà direttamente chi ha dato una versione dei fatti diversa, nelle determine, da quella che era realmente.

Sappia, Sindaco Sindaco, che a noi non ci paga nessuno e se facciamo questo “mestiere” è perchè il paese lo amiamo, credo come Lei, e siamo convinti che il savese ha diritto di sapere quando chi amministra, in genere, commette cose che non sono affine al bene di Sava! Mi creda, Lei ieri stava ai banchi dell’opposizione e, nel gioco delle parti, vedeva questo giornale come un ottimo strumento di denuncia. Oggi, sa cosa è successo? Che sta lei sui banchi della maggioranza. E quindi se ieri era martello, se si può dire, oggi è incudine e deve incassare anche le critiche di questo giornale che, non scordi, ha salutato la sua elezione a primo cittadino con grande fiducia di cambiamento e di speranza. Un nota, con franchezza, con molta franchezza e lo dico alla savese maniera: bascjiati la capu cà è mejiu!

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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