TARANTO. Per la rassegna del Crest “fuoriLUOGO“, Acqua e Fuoco
Venerdì 7 ottobre, doppia replica (ore 20.30 e ore 22) al Museo etnografico “Alfredo Majorano” (palazzo Pantaleo, rampa Pantaleo 6)
La ritualità magica e religiosa nel Tarantino. Va in scena la performance “Acqua e Fuoco”, con i partecipanti al laboratorio urbano “I neri per strada” condotto da Giovanni Guarino, produzione Crest, in collaborazione con l’associazione “‘A Puteje arte e (è) cultura”.
L’evento è realizzato nell’ambito del “Programma regionale di spettacolo dal vivo per la valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali della Puglia – 2016. Durata 60 minuti. Posti limitati (max 40 spettatori per replica). Ingresso libero con prenotazione obbligatoria ai numeri 099.4725780 – 366.3473430.
Un viaggio virtuale nella Taranto della fine degli anni ’50. Una lezione-spettacolo sui riti e le tradizioni legati alla Notte di San Giovanni. Narrazione e momenti coreografici e musicali. Testi tratti dall’atto unico dialettale di Alfredo Majorano “A Sanda Mòneche. Scene popolaresche tarentine” (1947) e dal saggio di Antonio Basile “Taranto, taranta, tarantismo” (Nuoveproposte Brizio, 2000).
Un processo lungo e assolutamente senza fine né finali è il lavoro quotidiano per fare del TaTÀ, la casa del Crest al quartiere Tamburi, non un mero luogo di aggregazione, ma un vero e proprio spazio di crescita collettiva per il territorio sulle assi portanti delle tematiche della socialità, dell’integrazione, della cultura e dell’arte.
Il laboratorio urbano “I neri per strada” vuole essere un luogo di partecipazione attiva, con regole di comportamento e di gestione, di sviluppo della fantasia, in grado di contaminare costruttivamente le giovani generazioni verso nuovi possibili modelli di vita consapevole e sostenibile.
La collettività acquisisce attraverso il laboratorio la capacità consapevole di autoprogettarsi, grazie alle forme della cooperazione e del confronto reciproco, non ultimo quello generazionale, dato che l’età dei partecipanti è la più disparata. Sarà dunque soddisfatto l’obiettivo di generare una ricaduta sociale nel territorio, rafforzando i legami sociali, le forme della solidarietà e il senso di appartenenza alla comunità, ma tutelando al contempo le risorse ambientali del quartiere e della comunità.
Il Museo etnografico “Alfredo Majorano” è sito nell’antica isola tarantina, ubicato nel palazzo Pantaleo, dimora gentilizia del Settecento. Nel museo sono presenti diverse testimonianze delle tradizioni popolari della città di Taranto e della sua provincia, raccolte da Alfredo Majorano (1902-1984). Il filo conduttore della cospicua collezione etnografica ruota intorno alla ritualità magica e religiosa nel Tarantino.
L’abbondanza dei materiali che la costituiscono documentano la vita tradizionale nel Tarantino: dal mondo della festività e della ritualità magica-religiosa si allarga a documentare tutti gli altri modi della vita associata locale, in primo luogo, quelli laici della fatica, a terra e sul mare. Il museo raccoglie importanti documentazioni del patrimonio culturale immateriale, come le registrazioni dei canti popolari raccolti a Taranto e dintorni da Alfredo Majorano negli anni Cinquanta.
Particolarmente significativa è la registrazione del canto dei morsicati della taranta, registrato da Alfredo Majorano nel 1950 a Lizzano. Una preziosa testimonianza sul tarantismo, fenomeno ampiamente documentato da Ernesto De Martino ne “La terra del rimorso”.