SIAMO SICURI CHE E’ VIETATO FOTOGRAFARE ALL’INTERNO DEL CIMITERO?
A Sava tra poco, verrà fatta un’ordinanza dal nostro Sindaco che vieterà di fare anche le foto alle Vie cittadine!
Ricordo spesso, con piacere, un aneddoto che mi raccontò un noto e bravissimo fotografo di moda, circa una sua avventura fotografica. Si parlava di fotografia in generale, e mi disse: “Ero all’inizio della mia carriera in giro come sempre a far foto con la mia macchina fotografica e mi trovai di fronte un tale che, dopo averlo ritratto durante lo scatto ad un monumento, mi disse “lei, mi dia il rullino; non mi può fotografare, non sa che c’è la privacy?” Non avendo voglia di fare discussioni; cominciai a tirare fuori frasi in tedesco, inventate lì per lì, così che questo credette che fossi un turista straniero e mi lasciò in pace”.
Se si è così bravi da inventare frasi a metà tra una lingua incomprensibile e una “supercazzola” in perfetto stile “Amici miei”, allora ci si leva di torno chi, con l’arma dell’ignoranza, crede di potersi arrogare diritti inesistenti. Però è sempre bene sapere come, e dove, si possono fare fotografie senza avere problemi e cosa, invece, va evitato. In breve, se si fanno fotografie per uso amatoriale, quindi se non è prevista la pubblicazione, si può ritrarre chiunque. Sia questi un adulto o un bambino, non occorre alcuna autorizzazione. Le cose cambiano quando si parla di pubblicazione dell’immagine. In questo caso, il termine “pubblicazione” include qualsiasi mezzo che renda pubblica l’immagine. Presentare una foto a una mostra o a un concorso fotografico equivale a pubblicarla, così come mostrarla su un sito internet o esporla in un negozio, in un bar o in un’azienda.
Che cosa è vietato fotografare? Che cosa possiamo fotografare sempre liberamente? Qualcuno può obbligarci a cancellare le nostre foto? Come funziona con le liberatorie? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sui nostri diritti e su cosa possiamo fotografare senza incorrere in problemi.
Prima cosa, nessuno può sottoporci a perquisizione personale o sequestrare materiale in nostro possesso, fanno eccezione le forze dell’ordine in caso di pericolo per l’ordine pubblico o in caso di pronunciamento dell’autorità giudiziaria, quindi nessun vigilantes, guardia giurata, buttafuori , addetto ai servizi cimiteriali ecc.. può chiederci di vedere e cancellare le fotografie. Come è facile intuire dalla etimologia delle parole, una cosa è fotografare e pubblicare e una cosa è fare uno scatto fotografico, fotografare in luoghi pubblici è sempre permesso in assenza di divieti specifici o di particolari provvedimenti a carattere temporaneo imposti dall’autorità, possiamo dire quindi che ci sono condizioni e limitazioni alla pubblicazione, non allo scatto.
Per poter pubblicare la fotografia di una persona ci vuole obbligatoriamente la sua autorizzazione a meno che non sia fotografata in determinati contesti. Per i bambini poi la questione si complica ulteriormente, è consigliabile non fotografare bambini che non siano i vostri figli oppure è meglio chiedere prima il permesso dei genitori per evitare situazioni spiacevoli.
Molto importante, poi, è il diritto di cronaca ovvero il diritto di chiunque anche se non iscritto ad albi, registri o se non svolge, neppure occasionalmente, il mestiere di cronista. Come già detto sopra un custode non è comunque autorizzato a visionare e tantomeno a cancellare le nostre fotografie; può però invitarci ad uscire dalla struttura e chiamare le forze dell’ordine che procederanno all’identificazione. Neppure le forze dell’ordine possono obbligarci a mostrare loro le nostre fotografie seduta stante! Possono però, in caso di fondati motivi per l’incolumità pubblica, metterci in stato di fermo e condurci in caserma per accertamenti, lì eventualmente, su ordine del giudice possono sequestrarci la fotocamera e visionare le fotografie ma non cancellarle. Qual è ratio di tale principio?
A rigore di legge si è sempre innocenti e sulla fotocamera potrebbero esserci immagini legate alla nostra sfera personale che nessuno può essere autorizzato a vedere, nessuno, se non dopo l’autorizzazione di un giudice, può accedere a quelle immagini.
Il diritto di cronaca è quindi sempre e comunque tutelato, indipendentemente da chi siete. Fotografare il crollo di un tratto delle mura di Pompei piuttosto che la spazzatura che impestava Napoli all’inizio del 2008 o meglio fotografare le immondizie o strutture pericolanti dentro un cimitero costituisce diritto di cronaca. La fotografia che rientra in questa categoria è fatta salva da qualsiasi tipologia di diritto ed in alcuni casi supera perfino il diritto alla privacy (ad es. se viene ripreso un signore che danneggia un bene, è necessario che esso sia pienamente identificabile). Se il diritto di cronaca in ogni caso invade il copyright di un’opera, bisogna fare in modo che essa non rappresenti il soggetto principale dell’immagine. Molti regolamenti comunali di polizia mortuaria pongono dei divieti come fotografare o filmare cortei, tombe, operazioni cimiteriali, senza la preventiva autorizzazione del Responsabile dell’Ufficio Servizi Cimiteriali.
Per cortei ed operazioni cimiteriali occorre anche l’assenso dei familiari interessati; come si evince da tali regolamenti il divieto è solo sui cortei o sulle persone e non anche sullo stato dei luoghi che può essere e deve essere documentato per un diritto di cronaca. Per quanto riguarda il comune di Sava non possiamo esprimerci in piena totalità in quanto il divieto citato all’art. 114 del regolamento purtroppo non riusciamo a reperirlo sul sito web che è rimasto tale e quale all’anno scorso quando c’era la vecchia amministrazione, quindi dovremmo recarci al comune ed aspettare 30 gg per l’accesso agli atti, troppo tempo…!!! Abbiamo altro a cui pensare. A proposito il sito non era uno dei punti programmatici del “Piatto per Sava”?
L’unico aggiornamento riscontrabile, al momento, sono le belle foto degli amministratori che occupano un’intera pagina web, e come disse Macchiavelli nel Principe: ”A uno principe, adunque, non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte qualità, ma è bene necessario parere di averle” (in massima meglio apparire che essere). Va bè che dire, diamoli tempo, ci vuole solo tempo ed ancora tempo e se nel caso non sapete che fare accendete la televisione ed aspettate che passi il tempo!
Luca Lionetti