MANDURIA. “Diossina proveniente dall’ILVA”
Comunicato Stampa dei Verdi messapici
In Riferimento alla recente notizia del presunto trasporto avvenuto per molti anni a Manduria di sacchi contenenti cenere di lavorazione dell’Ilva e carichi di diossina, notizia resa nota dal presidente nazionale di Peacelink Alessandro Marescotti e successivamente riportata dai media locali, i Verdi di Manduria esprimono tutta la loro preoccupazione per gli effetti che tali sostanze possono aver provocato sulla salute dei cittadini e il territorio di Manduria.
Questa notizia, è la prova di quanto ci riguardi da vicino la questione dell’inquinamento proveniente dall’Ilva e che la distanza dalle ciminiere non ci rende immuni dall’incidenza di patologie sanitarie in aumento come indicato negli studi pubblicati recentemente dall’Istituto Superiore di Sanità, riferiti ai quartieri limitrofi.
La nostra preoccupazione è associata all’indignazione nei confronti di chi, nelle istituzioni, nulla ha fatto per impedire che ciò accadesse: al contrario, i governi locali e nazionali continuano sostenere leggi che difendono gli inquinatori e le fonti inquinanti a scapito della salute dei cittadini, degli ecosistemi e del territorio che dovrebbero invece tutelare.
E’ ormai evidente che i decreti di questo governo consentono di continuare ad inquinare “legalmente” scaricando i costi economici, sociali e sanitari sulla collettività.
Noi Verdi, da sempre, siamo in prima in linea nella battaglia per la chiusura dell’Ilva e di tutte le fonti inquinanti presenti nella provincia di Taranto e non solo: per questo abbiamo elaborato, qualche anno fa, un piano economico, occupazionale e che soprattutto metta in primo piano il diritto fondamentale alla salute e la tutela dell’ambiente, per tutta la provincia di Taranto, per una riconversione ecologica delle attività industriali inquinanti.
Ricordando a tutti che noi verdi siamo fuori da ogni istituzione (sia locale che nazionale), comunichiamo che la nostra azione politica, nei prossimi giorni, si concretizzerà nei seguenti ambiti:
– Sanitario, rilanciando la petizione per avviare indagini epidemiologiche sul territorio di Manduria e rilevare il nesso causale tra fonti inquinanti e patologie sanitarie;
– Culturale, organizzando per fine ottobre un convegno che possa stimolare la riflessione comune sui temi della partecipazione, sullo stato della nostra salute che deve essere considerata “bene comune” e sulle ricadute dell’inquinamento suo nostro territorio.
– Legale, segnalando con un esposto, al Prefetto e alle Autorità Giudiziarie competenti, la vicenda dei sacchi di ceneri di cui non si conosce la reale destinazione finale.
Inoltre, chiediamo al Sindaco di Manduria, che venga istituito, immediatamente, un “osservatorio sulla mortalità per Manduria”, con l’aiuto dei dati forniti dai medici di base alla Asl e da questa all’Anagrafe e all’ufficio Statistico comunale che li trasmette all’Istat.
SI tratta di un dato grezzo e a costo zero per il Comune: il numero di decessi senza alcun riferimento alle cause di morte può essere confrontato con la media regionale, con quella della provincia di Taranto e con tutti i quartieri di Manduria, oltre che per il sesso.