Taranto. LE CORDE BAROCCHE. Michele Santoro, chitarra

Taranto. LE CORDE BAROCCHE. Michele Santoro, chitarra

Giovedì 6 ottobre, alle ore 19.00 al Caffè Letterario Cibo per la Mente

La chitarra ha «Le corde barocche» al Giovanni Paisiello Festival di Taranto, che prosegue nelle celebrazioni del «genius loci» nel bicentenario della scomparsa.

Per il ciclo «Incontri conviviali», giovedì 6 ottobre alle ore 19.00 al Caffè Letterario Cibo per la Mente, un giovane, ma già affermato talento dello strumento, il tarantino Michele Santoro, suona trascrizioni di celebri opere di Paisiello accanto a un programma comprendente musiche tratte da un repertorio per chitarra che spazia dal Rinascimento al tardo Ottocento, rivelando anche il talento compositivo, poco noto ai più, del padre di Galileo Galilei.

Santoro, che dopo gli studi intrapresi a tredici anni con Cosimo Rossetti si è diplomato all’Istituto Paisiello sotto la guida di Pino Forresu per poi perfezionarsi con insegnanti di chiara fama come Roberto Fabbri, Francesco Taranto, Carlo Domeniconi, Juan Lorenzo (flamenco) e Massimo Gasbarroni, aprirà il concerto-aperitivo con le “Grandi variazioni” del chitarrista e liutaio ferrarese Luigi Legnani sulle note di “Nel cor più non mi sento”, il celebre duetto da «La Molinara» di Paisiello.

Quindi, toccherà la Spagna barocca (tra Seicento e Settecento) con la “sanguigna” Suite in re maggiore di Gaspar Sanz, al secolo Francisco Bartolomè Sanz Celma, religioso, chitarrista e grande teorico dello strumento, e con la virtuosistica «Suite» in tre movimenti di un altro eccellente compositore, Santiago De Murcia, uno degli ultimi esponenti della tradizione della chitarra spagnola barocca, strumento di passaggio tra la chitarra rinascimentale e la chitarra classica.

E, tra l’altro, forse pochi sanno che il padre del grande astronomo Galileo Galilei, Vincenzo Galilei, toscano e intellettuale fra i più importanti del tardo Rinascimento, scrisse anche lui una lunga «Suite» per chitarra, splendido esempio di musica proto-barocca i cui sei movimenti fanno riferimento alla musica rinascimentale per danza (Gagliarda, Saltarello, Danza).

Il concerto si chiuderà con uno straordinario arrangiamento firmato dallo stesso Santoro, che ha trascritto L’Overture n. 7 del «Barbiere di Siviglia», una delle opere liriche di Paisiello più conosciute e amate dal pubblico di tutto il mondo.

Prossimo appuntamento con il Giovanni Paisiello Festival, venerdì 7 ottobre, ad Arco Paisiello (ore 18.30), con il noto storico e critico musicale Paolo Isotta, che parlerà del grande compositore tarantino e presenterà il suo «Altri canti di Marte» (Edizioni Marsilio), libro “politicamente scorretto” in cui l’autore sfata molti falsi miti musicali includendo, tra i grandi interpreti di oggi, il pianista salentino Francesco Libetta.

www.giovannipaisiellofestival.it.

addetto stampa

Francesco Mazzotta

viv@voce

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