Sava. LE PALAZZINE “EX IACP” E LA VORAGINE CON I LIQUAMI DI FOGNA NERA “TAPPATI”

Sava. LE PALAZZINE “EX IACP” E LA VORAGINE CON I LIQUAMI DI FOGNA NERA “TAPPATI”

Esposto all’ASL-Servizio Igiene e sanità pubblica

Esattamente un mese fa, cioé il 22 ottobre 2016, si determinò lo sprofondamento della base di una fossa IMHOFF, nel momento in cui un auto spurgo era in procinto di effettuare le operazioni di svuotamento. L’episodio,come é noto, si verificò all’interno dell’area adiacente alle 38 abitazioni delle case dello IACP.

Sul posto intervennero i Vigili Urbani di Sava e i Vigili del Fuoco di Manduria che seguirono il transennamento dell’area che ha subìto, tra l’altro, un abbassamento del suolo. Nel frattempo, i Vigili del Fuoco dopo aver delimitato la superficie con il nastro bicolore di sicurezza, hanno inviato la scheda del sopralluogo al Comando Provinciale di Taranto che a sua volta chiedeva la messa in sicurezza del sito attraverso un fonogramma indirizzato al Prefetto di Taranto, al Sindaco IAIA, alla P.M. e all’ UTC del Comune di Sava.

Gli unici interventi eseguiti finora in quell’area ritenuta ormai ad alto rischio di cedimento, sono stati: l’installazione di una rete metallica di recinzione, mentre la voragine sui liquami é stata ricoperta da una lamiera dalle cui fessure, oltre ai ratti, fuoriescono odori nauseabondi dovuti ai gas di fogna nera; il nastro bicolore di sicurezza invece, é stato rimosso definitivamente.

Da premettere che, a causa del forte cattivo odore, gli abitanti delle palazzine vicine sono costrette a tenere costantemente porte e finestre sigillate.

A tal proposito, sollecitato da molti residenti, quindi dalla coscienza di cittadino oltre che dall’attività di volontariato che svolgo a tutela dell’ambiente, visto che finora da parte comunale non si é provveduto agli interventi necessari a risanare l’area e renderla esente da pericoli, ho ritenuto opportuno presentare un esposto (che per ovvi ragioni posto parzialmente) al Dipartimento di Prevenzione, ASL di Manduria, richiedendo una verifica sullo stato dei luoghi. Si spera che, nel caso specifico, non si debbano attendere tempi lunghi per vedere sistemata la zona.

Al di là della retorica politica sulla necessità di avere quanto prima il depuratore, la situazione della mancanza della rete fognaria permane dalla fondazione di Sava, pertanto si spera di non dover attendere l’avvio del depuratore e gli allacci alla rete fognaria per poter risistemare l’area sprofondata, considerando che é già trascorso un mese dal crollo.

Mimmo Carrieri

viv@voce

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