GROTTAGLIE. “Il rinnovamento causa mal di pancia alla vecchia politica”
Nota stampa di Sud in Movimento e RiGenerazione
I fatti accaduti lunedì durante l’ultimo consiglio comunale, denotano un comportamento particolarmente irrispettoso del volere popolare da parte dei consiglieri dell’opposizione. Di fatti, questi, prendendo a pretesto una interpretazione del regolamento consigliare, e disattendendo quanto concordato nel corso della conferenza dei capigruppo, nel quale si era deciso di mettere in discussione quattro tra interrogazioni e interpellanze a prescindere dal tempo di discussione, hanno abbandonato l’aula.
Nel confermare la piena e incondizionata fiducia che il Sud in Movimento e Rigenerazione ripongono nel Presidente del Consiglio Giovanni Annicchiarico, il quale ha in questi mesi svolto il suo compito con assiduità e competenza, non si può che sottolineare quanto la minoranza ancora non si è rassegnata alla volontà popolare che ha deciso, dopo decenni, di cambiare.
Occorre ricordare inoltre che l’opposizione, che annovera tra le sue fila sia il centrosinistra che il centrodestra grottagliese, si coalizzi solo ed esclusivamente quando tenta di mettere aprioristicamente in difficoltà il nuovo che avanza in barba alla tanto sbandierata “opposizione costruttiva”.
Sembra quasi superfluo evidenziare che non una proposta è giunta in questi mesi dagli scranni della minoranza, incapace di proporre un benché minimo suggerimento per migliorare la nostra città.
Questa giunta, come più volte ricordato dal Sindaco Ciro D’Alò, sta risolvendo i problemi lasciati in eredità dalle precedenti e non saranno sicuramente queste estemporanee iniziative delle minoranze, vuote di contenuti politici, a fermare l’azione riformatrice pretesa dalla città.
L’accanimento personale verso il Presidente del Consiglio è il risultato rancoroso di una disfatta politica che ancora non viene digerita, e l’atteggiamento avuto e architettato dalla minoranza, stranamente coesa, è in sintesi con la più acuta mancanza di rispetto verso le istituzioni e verso i cittadini presenti in aula che volevano ascoltare e cogliere eventuali decisioni per la città.
La relazione sulle linee programmatiche è stata letta e approvata in aula per rispetto a chi della minoranza era ancora presente. Insomma, per i prossimi cinque anni la città è condannata ad un noioso infantilismo politico che accarezza le più radicate forme di populismo 3.0 e che si spera non impedirà il regolare svolgimento dei prossimi consigli comunali.
Il rinnovamento di una generazione di classe dirigente, che complessivamente ha fallito, deve riprendere nuovo vigore e dignità rimettendo in discussione “i riti e le liturgie” del passato.
Ciò che ci da la forza è la volontà, espressa nelle urne, di una città convinta di seguire un sentiero che possa farla uscire dalle secche di una vecchia politica grazie ad un rinnovamento che si tradurrà in rinascita.